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domenica 30 novembre 2008

Quattordicesima: O Capitano! mio Capitano!

Nella giornata in cui il Milan do Brasil si schianta a Palermo, l'Inter ha la meglio sul furetto lavezzo, la Juve gioca a palle di neve ed il redivivo Totti mette una flebo alla Roma, si registrano due cose.

La prima è la nota di cronaca secondo cui l'Inter è più in testa di prima, della settimana prima e dell'anno prima. E dell'allenatore di prima.

La seconda è il cazziatone pubblico del sergente Mourinho al malcapitato Balotelli, che oltre ad essere più giovane è anche più abbronzato di Barack Obama. Per affetto o per chissà cosa, il tecnico, che parla alle telecamere non meno della Carrà e di Bonolis messi insieme, ha consegnato alla storia dello sport italiano un'ennesima perla di saggezza, punendo in diretta nazionale il ragazzotto siculo-ghanese per scarsa condotta. La nota più brillante di una domenica fredda come la fronte del galliano dopo il terzo cofano preso alla Fiorita.

A soccorso del povero super-Mario è intervenuto l'altro capitano, quello sul campo, Xavier Zanetti, prossimo allenatore, direttore sportivo, presidente e petroliere dell'Inter. Dal sergente al capitano, l'Inter sembra stia trovando, oltre agli scudetti ed alle coppe, il vero trofeo mancante nella sua bacheca: la serietà.

In un'epoca martellata dal rincitrullimento collettivo da overdose televisiva, lo stile college dello spogliatoio nerazzurro illumina come un faro il buio di questa nostra serie A. E parlando di gradi e di capitani, non posso non proporre a voi ed a me stesso un'interruzione a fin di bene.

Gentili amici, il più grande scrittore e poeta americano, Walt Whitman.

Buon calcio poetico a tutti.


O CAPITANO! MIO CAPITANO

O Capitano! mio Capitano! il nostro viaggio tremendo è finito,
La nave ha superato ogni tempesta, l'ambito premio è vinto,
Il porto è vicino, odo le campane, il popolo è esultante,

Gli occhi seguono la solida chiglia, l'audace e altero vascello;
Ma o cuore! cuore! cuore!
O rosse gocce sanguinanti sul ponte
Dove è disteso il mio Capitano
Caduto morto, freddato.

O Capitano! mio Capitano! àlzati e ascolta le campane; àlzati,
Svetta per te la bandiera, trilla per te la tromba, per te
I mazzi di fiori, le ghirlande coi nastri, le rive nere di folla,
Chiamano te, le masse ondeggianti, i volti fissi impazienti,
Qua Capitano! padre amato!
Questo braccio sotto il tuo capo!
É un puro sogno che sul ponte
Cadesti morto, freddato.

Ma non risponde il mio Capitano, immobili e bianche le sue labbra,
Mio padre non sente il mio braccio, non ha più polso e volere;
La nave è ancorata sana e salva, il viaggio è finito,
Torna dal viaggio tremendo col premio vinto la nave;
Rive esultate, e voi squillate, campane!
Io con passo angosciato cammino sul ponte
Dove è disteso il mio Capitano
Caduto morto, freddato.



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domenica 23 novembre 2008

Tredicesima: Lo spogliatoio e lo scippo

Con la lentezza di un treno a vapore partito in ritardo e carico di tirapiedi patentati, calcineidenti e tornatanedadoveseivenuto, guadagna terreno l'Inter di Mourinho rispetto a tutte le avversarie, le macumbe e le iatture che solo il nostro campionato e tutti i suoi filistei sanno elargire con una gratuita' dell'altro mondo.

Dalle autorevoli colonne di questo blog (piu' che giornalistico, non che ci volesse molto per la verita'), da alcuni mesi a questa parte fatico a sottolineare come il patron e primo tifoso interista - per sua sfiga - Massimo Moratti avesse azzeccato la scelta di una vita, probabilmente con un gesto di involontaria generosita' nei confronti della sua squadra. Siamo certi della sua buona fede, dubbiosi della sua capacita' manageriale sportiva, ma gli diamo atto del gran colpo di culo che ebbe quando quella notte di Inter-Liverpool (che segno' la fine ingloriosa del ciclo Mancio) il tecnico portoghese gli apparve in sogno.

L'Inter di ieri ha dato prova di una grande compattezza e reciproco sostegno. Gli Ibra e gli Adri, gli Stanko e i Cambiassi, gli Zanetti e i Materazzi che inseguono l'uomo (gia' lo facevano con Mancini per la verita') e che sostengono i compagni con doppie e triple chiusure (questa e' nuova) segnano che questa benedetta Inter, oltre ai campioni ispirati, ha anche uno spogliatoio ordinato.

La Juve non e' da meno. Superata la fase antiranieristica, gli uomini del Cobollo si ritrovano pur sempre in alto in classifica, avanti in Champions, pronti a sferrare gli attacchi e a erodere punti a chiunque e ovunque. I giornali hanno preferito non infierire forse proprio per questo motivo, lasciando che le ferite riportate a San Siro si rimarginino da sole. E non sia mai, non vorrete mica prendere a botte una vecchia signora che casca malamente alla fermata dell'autobus...

E' da meno il Milan. A salvaguardia delle chiappe del Galliano inferocito, piu' che la squadra sul campo, ci pensa la stampa libera di questo nostro Paese liberissimo, ed i salotti domenicali sportivi di questo Paese sportivissimo. Il mio organismo, allergico al latte di vacca pastorizzato, se n'e' accorto anche questa volta. Risultato: ne ha prodotto di suo al sapore di bile di fegato d'oca, facendolo precipitare sin giu' alle ginocchia, allorche' ha assistito al deplorevole balletto salva-chiappe inscenato da stampa e tv a favore della squadra del presidente dei presidenti.

Va bene la lamentela dell'Ancelotto e del Gattacchio, ma e' lecito sapere il motivo per cui ne fanno una causa personale gli autori dell'informazione collettiva? E' lecito sapere il motivo per cui un rigore negato al Milan e' "scippo" e non "svista arbitrale", come quando accade (e accade...) a parti invertite? E' lecito sapere il motivo per cui, se a patire la svista arbitrale fosse stato il Toro, mai nessuno si sarebbe sognato di dire "Torino scippato"? o "Bologna rapinato"? o "Catania investito da un'auto pirata"? Ma a te, lettore, non ti viene acidita' di stomaco?

Ammirate invece lo stile giornalistico scelto dal sito ufficiale dell'Uefa (uefa.com):

Il secondo pareggio consecutivo in trasferta - dopo quello contro l'US Lecce - fa scivolare l’AC Milan a tre punti dalla vetta. All’Olimpico di Torino, nel posticipo della tredicesima giornata, i Rossoneri sono fermati sul 2-2 dal Torino FC. I Granata passano in vantaggio con Roberto Stellone, ma il “Diavolo” rimonta nello spazio di cinque minuti grazie alle reti brasiliane di Pato e Ronaldinho; è un rigore di Alessandro Rosina a dodici minuti dalla fine a regalare un punto alla squadra di Gianni De Biasi.


Buon Mallox a tutti.

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giovedì 20 novembre 2008

Dodicesima: Inter, Juve e Milan (era ora)

Inter, Juve e Milan. Per fortuna il campionato sa di calcio in questo Paese, e non di patate fritte come vorrebbero talune penne sfiorite, leggi lo Zuccone d'Oro.
In tutti i campionati ci sono le due o tre squadre piu' forti perche' piu' ricche (e viceversa), poi le quattro o cinque "cesse" che giocano da fare schifo e si lamentano pure se escono da San Siro con il fondoschiena rosso, e le altre 12-14 squadre depresse come un tacchino alla vigilia del giorno del Ringraziamento.

Qualcuno dovra' pur svelare alla popolazione maschile adulta italiana, in un futuro non troppo lontano speriamo, perche' si continua a giocare con venti squadre in serie A, di cui la maggior parte non valgono neanche il biglietto. Con due in meno si risparmierebbe un mese di campionato, a vantaggio delle competizioni europee ed internazionali, nazionale lippesca inclusa. Possibile che non ci sia mai nessuno in grado di contestare le losche e lorde manovre di codesti amministratorucoli di condominio che ancora governano il mondo del calcio? Possibile che non si levi mai una voce che dica: aho? ce state a pijja' pe'cculo?

Acquistando Mourinho, Moratti una cosa buona l'ha fatta (a sua insaputa): ha di fatto inserito nel contesto pallonaro peninsulare una nota talmente cacofonica da rendere paradossalmente visibile (era ora) il concerto tacito di accordi sopra e sottobanco tra i maghi degli affari cartacei e televisivi. Mourinho, che gia' ha dichiarato che il nostro calcio non interessa a nessuno al mondo, morirebbe dalla voglia di vederlo sfasciarsi sotto il suo implacabile ghigno. E forse anche una parte di noi non aspetta altro. Che il Jose portoghese abbia ragione e' indubbio. Sara' stato un caso, o un accidente tipografico, ma i giornali internazionali che mi hanno recapitato stamattina parlano volentieri di Premier League, Bundesliga e Liga Espanola. E basta.

Allo schifo ci deve pure essere un fine. Crollino le gazzette, i corrieri e le domeniche antisportive, crollino le tv ed i loro diritti (di 'sta ceppa), crollino i mura e gli zucchetti e gli sconcerti. Non se ne puo' piu' dei balletti isterici e della imperante mediocrita' intellettuale e spirituale dei mercanti di notizie. Alla serie A ci deve pure essere un fine, come alla eccessiva fantasia dei giornali.




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domenica 9 novembre 2008

Undicesima: Comanda Mourinho

Cosa succeda ai titolisti di Corrieri e Gazzette toccati nei nervi scoperti, quando gli tocca dare la vittoria dell'Inter allo scadere, non è dato sapere. Eppure un meccanismo deve per forza scattare, se in un caso si parla di comando (vedi) e nell'altro di un controsorpasso nel recupero, con inevitabile sottotitolo sul Mourinho scatenato. Il comando esprime superiorità e leadership continuate, dettate dal destino; il controsorpasso esprime una dinamica temporanea, quasi casuale. La casualità contro il destino. Finanche la Domenica Antisportiva, fangosa e viscida come un sottobosco a novembre, non si sottrae dal titolare Inter Last Minute e dal dedicare venticinque minuti al suo tecnico. Non mi pare di ricordare pari trattamento al Milan, quando domenica scorsa aveva vinto, sempre nel recupero, contro il Napoli. Anzi...

Di vero c'è che l'Inter non incenerisce l'avversario come Moratti voleva all'inizio del campionato, dopo aver incenerito l'equivalente di diversi enalotti in una campagna acquisti poco convincente. Però la corazzata Mourinho percepisce i tre punti meritati come uno stipendio e compie un discreto passo avanti rispetto alla classifica ed alla statistica (l'Udinese è capa tosta, unica squadra imbattuta dalle ultime Inter tritatutto). Va detto: il primo tempo è stato più sonnolento di una relazione parlamentare sull'utilità della pastorizia costiera sarda, ma il resto della partita ha sottolineato l'arrendevolezza dei friulani di fronte alla crescente irrequietezza dell'attacco interista. Con buona pace dell'esilarante Marino.

Anche il Corriere dello Sport s'illumina parlando di Mourinho: Tanta fortuna per Mourinho... e tante polemiche: in campo soffre a lungo la pressione della squadra di Marino, spensierata e vivace, e dopo il gol si gira verso gli spalti per zittire i critici... Subito dopo, davanti alla telecamere, va su tutte le furie prima a Sky e poi alla Rai appena gli nominano Mancini. Sulla tv satellitare risponde stizzito, alla tv di stato saluta e va via. In effetti non si può più negargli il diritto di fare il suo lavoro. Dall'inizio dell'anno il sergente portoghese è al centro di un vortice i cui filetti hanno il nome di Mancini, scudetto, Champions, Quaresma, Ibra, Adriano, punti in più punti in meno, e quant'altro. Ma benedetta pace, è possibile giudicarlo - se proprio lo si vuole fare - per i punti che porta a casa? La realtà è che lui è ancora una volta in testa, piaccia o no, e questo - forse - non piace.

Per fortuna il campionato non vive di solo Inter. All'inizio dell'anno mi pareva di aver sottolineato come solo la Juventus avrebbe avuto il carattere audace ed agguerrito di una vera pretendende al titolo. E sono contento di averci azzeccato. Quando la Signora si ricorda di avere una bacheca importante più delle uscite del suo allenatore in seconda, il suo gioco fa paura. Quando poi qualcuno le ricorda dov'erano lo scorso anno, allora sono mazzate per tutti.

Non sarà il Milan, nonostante le sue immense protezioni giornalistiche, televisive e politiche ad impensierire Juve e Inter. L'esibizione di Via del Mare, sebbene trascurata da tutte le testate, rimane un esempio ridicolo di impotenza di gioco e di attacco. Ma il ridicolo, come sempre, è nei titoli dei giornali.

Buon calcio a tutti.

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domenica 2 novembre 2008

Decima: Comanda il Milan

La decima di campionato si è appena conclusa con un verdetto storico: il Milan è nuovamente in testa alla classifica, dopo chissà quante giornate (tocca soppirsi la Domenica Antisportiva su Raidue per saperne il numero esatto), al termine di una meritatissima vittoria contro il Napoli di Reja. Onore al grande Ronaldinho che segna quando deve. Questa la versione governativa, fornita dalla Prefettura di Milano.

La versione inufficiale vuole invece un incontro di certo equilibrio per numero di occasioni e possesso palla fino al 43mo del primo tempo, quando il sig. Rocchi, ricordatosi di che pasta son fatti il presidente del Milan ed il suo direttore generale, decide di mandar fuori il primo partenopeo che gli capita. Non contento (anche perché a bordo campo cominciava a sentir tintinnii di spranghe tricolori), si ripeterà al 77mo con un rigore creativo come la finanza del robinhood di Sondrio. Fa miracoli di San Gennaro il buon Iezzo, e pure aiutato da una fortuna sfacciata, ma nulla puo' di fronte alla prodezza di Denis (!) su cross del panzuto Dinho. Apoteosi Milan, controriforma storica e presa del comando. Apoteosi? Ma quando era l'Inter a segnare su autogol allo scadere? (vai)

L'Inter del 4-2-4 che avrebbe dovuto stritolare l'ultima in classifica torna a casa con un risultato di misura, ma talmente di misura che il povero Moratti ha deciso di riguardarsi la partita dopo aver fatto montare il gol di Cordoba 4 volte, così da assistere ad un più convincente Reggina-Inter 2-6. Speriamo solo che l'Inter non si accovacci su ciotoli al pensiero della prestazione eccezionale di cui va parlando lo Special One - anzi da ieri il Lucky One.

La Roma dei saccenti e dei patron dello scorso anno va via via spegnendosi, lasciandosi dietro il lamento incomprensibile di una società che casca dalle nuvole, e non si rassegna alla veridicità delle equazioni darwiniane. Con una campagna acquisti così, l'estinzione di Spalletti e soci è scientificamente assicurata.

La Juve si gode il godibile, varie vittorie di fila sono sempre un'aspirina contro tutti i mali veri e presunti. Roma a parte, i primi distacchi di stagione iniziano a delinearsi, e Ranieri, che oltre a essere più antipatico di Mourinho è anche più cocciuto di un mulo vietnamita, sgomita e graffia per non esserne estromesso, fa a pugni contro il feticcio di Ancelotti con cui dorme, e si ritrova ad un passo dalle cime.

Buon comando del Milan (monotono) a tutti.

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sabato 1 novembre 2008

Ottava e Nona: Sorpasso con clacson

Il campionato è ad una svolta (finalmente). L'Inter dei sogni, soprattutto quegli degli altri, si è ammosciata come uno stallone alla fine della sua notte fatta di gloriosa e virile supremazia fisica, scatenata e impietosa. A cosa valgono le carriole di petroldollari quando la spinta libidinosa di volerla mettere dentro, di destro o di sinistro, di testa o di tacco o di qulo, di colpo svanisce?

Per la prima volta dopo 62 gare ufficiali a San Siro, l'armata chiamata Inter non viene. E fa cilecca due volte di seguito, come capita a quegli omuscoli talmente appagati dalla lunga notte che finanche l'indomani e l'indopodomani nulla e nessuno riescirebbe a drizzarne la sorte.
Per fortuna il maschio campionato vede altri orgasmi cosmici, del Milan e della Juve, del Napoli e dell'Udinese, sottolineati dall'amplesso di titoli giornalistici che vedono affrancate le loro speranze di non soccombere once more time.

E come una fontanesca zampillata di emozioni fatte di inchiostro a cubetti, ecco materializzarsi le fallite fughe (fughe?), i sorpassi con clacson, le macumbe, le carambe, le garrunze e in generale tutte le manovre operate dalla squadretta di stampatori che come un plotoncino in tuta mimetica esegue.

Buon calcio (libero) a tutti.

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