Cosa succeda ai titolisti di Corrieri e Gazzette toccati nei nervi scoperti, quando gli tocca dare la vittoria dell'Inter allo scadere, non è dato sapere. Eppure un meccanismo deve per forza scattare, se in un caso si parla di comando (vedi) e nell'altro di un controsorpasso nel recupero, con inevitabile sottotitolo sul Mourinho scatenato. Il comando esprime superiorità e leadership continuate, dettate dal destino; il controsorpasso esprime una dinamica temporanea, quasi casuale. La casualità contro il destino. Finanche la Domenica Antisportiva, fangosa e viscida come un sottobosco a novembre, non si sottrae dal titolare Inter Last Minute e dal dedicare venticinque minuti al suo tecnico. Non mi pare di ricordare pari trattamento al Milan, quando domenica scorsa aveva vinto, sempre nel recupero, contro il Napoli. Anzi...
Di vero c'è che l'Inter non incenerisce l'avversario come Moratti voleva all'inizio del campionato, dopo aver incenerito l'equivalente di diversi enalotti in una campagna acquisti poco convincente. Però la corazzata Mourinho percepisce i tre punti meritati come uno stipendio e compie un discreto passo avanti rispetto alla classifica ed alla statistica (l'Udinese è capa tosta, unica squadra imbattuta dalle ultime Inter tritatutto). Va detto: il primo tempo è stato più sonnolento di una relazione parlamentare sull'utilità della pastorizia costiera sarda, ma il resto della partita ha sottolineato l'arrendevolezza dei friulani di fronte alla crescente irrequietezza dell'attacco interista. Con buona pace dell'esilarante Marino.
Anche il Corriere dello Sport s'illumina parlando di Mourinho: Tanta fortuna per Mourinho... e tante polemiche: in campo soffre a lungo la pressione della squadra di Marino, spensierata e vivace, e dopo il gol si gira verso gli spalti per zittire i critici... Subito dopo, davanti alla telecamere, va su tutte le furie prima a Sky e poi alla Rai appena gli nominano Mancini. Sulla tv satellitare risponde stizzito, alla tv di stato saluta e va via. In effetti non si può più negargli il diritto di fare il suo lavoro. Dall'inizio dell'anno il sergente portoghese è al centro di un vortice i cui filetti hanno il nome di Mancini, scudetto, Champions, Quaresma, Ibra, Adriano, punti in più punti in meno, e quant'altro. Ma benedetta pace, è possibile giudicarlo - se proprio lo si vuole fare - per i punti che porta a casa? La realtà è che lui è ancora una volta in testa, piaccia o no, e questo - forse - non piace.
Per fortuna il campionato non vive di solo Inter. All'inizio dell'anno mi pareva di aver sottolineato come solo la Juventus avrebbe avuto il carattere audace ed agguerrito di una vera pretendende al titolo. E sono contento di averci azzeccato. Quando la Signora si ricorda di avere una bacheca importante più delle uscite del suo allenatore in seconda, il suo gioco fa paura. Quando poi qualcuno le ricorda dov'erano lo scorso anno, allora sono mazzate per tutti.
Non sarà il Milan, nonostante le sue immense protezioni giornalistiche, televisive e politiche ad impensierire Juve e Inter. L'esibizione di Via del Mare, sebbene trascurata da tutte le testate, rimane un esempio ridicolo di impotenza di gioco e di attacco. Ma il ridicolo, come sempre, è nei titoli dei giornali.
Buon calcio a tutti.
domenica 9 novembre 2008
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