Mi iscrivo
| |

martedì 28 settembre 2010

Inter, il rumore degli indizi (5^ giornata)

Quando sia Inter che Roma si avviavano alla spartizione della posta in palio, è arrivato il gran colpo di Vucinic. Novantaduesimo, ad un minuto dall'inevitabile triplice fischio, si consuma l'irreparabile danno per l'Inter, l'incontenibile gioia di Roma, e l'indubbia goduria di Torino, l'altra Milano e il resto del Paese.

Commentatelo come volete, l'Inter ha ceduto tre punti di fronte ad una squadra che le ha tenuto testa per tutta la gara, e non stiamo parlando del Barcellona.

Su un altro fronte, una riuscitissima acrobazia di Ibrahimovic basta per superare il mai domo Genoa. E tre colpi secchi di Krasic svegliano una frastornata Juve proprio nel momento più opportuno per sentire nuovamente il profumo dell'alta classifica.

Non è una giornata che passa inosservata, e gli infortuni e i litigi - veri o presunti che siano - non fanno altro che alimentare il sospetto che qualcosa nell'Inter di Benitez non giri come dovrebbe.

Abbiamo il diritto di credere in una inversione dei valori di forza in campionato, dopo un quadriennio di dominio incontrastato di marca Inter? Forse. Perché se è vero come sembra che stiamo parlando di soli indizi, è pur vero che essi sono tanti e rumorosi.

Twitter Facebook RSS

giovedì 23 settembre 2010

Se si sveglia il Principe (4^ giornata)

Il Principe è tornato. Due perle di pregiata manifattura servono ad aprire e chiudere il poker di emozioni che ha visto l'Inter imporsi sul Bari nel turno infrasettimanale. La squadra di Milito sale a quota 10 dopo solo quattro giornate, che sono il doppio dei cugini del ritrovato Ibra, più di Milan e Juve messe insieme.

Benitez ha per ora la stessa media del secondo Mourinho, anche se l'anno scorso l'Inter inseguiva a due punti la Signora. Il mago di Setubal riuscì ad infilare ancora una vittoria alla quinta giornata, prima di carambolare malamente contro la Sampdoria. Con la conseguenza che il mammone potrebbe superare il profeta tra una decina di giorni, ammesso che si svegli il Principe.

Già. Se si sveglia il Principe, e se le altre continuano ad arrancare dietro, c'è il rischio di ammazzare il campionato, gli abbonamenti e gli auditel già a ottobre.

Con una Roma così nervosa e perdente, con un Milan fresco di stampa patinata, con una Juve non all'altezza della minima impresa, visti i valori espressi in campo e fuori finora, viene da chiedersi se il Principe doveva svegliarsi proprio ora.

Twitter Facebook RSS

giovedì 16 settembre 2010

La Juve s'è desta (3^ giornata)

Mi si è svegliata la Juventus di Del Neri. È proprio la notizia del giorno, e non parlo delle quattro pappine rifilate ad un'inesistente difesa udinese, ma degli zero gol subiti, dopo il colabrodo esibito nel primo mese. Un segnale che porta serenità in un ambiente complicato come la Juve del dopo-Moggi, ma anche in vista di un campionato più interessante.

Continua invece la fortuna del Benitone internazionale, sempre più appeso all'estro del grande campione che è Eto'o, anima e cuore dell'attacco dell'Inter. Sarà solo un momento di forma particolare, oppure la posizione avanzata ed il ruolo di centravanti stanno riuscendo laddove neanche il profeta Mou era arrivato? Al di là delle critiche, più istantanee da bar sport che veri atti d'accusa, il paciosissimo Benitez sembra aver trovato una buona quadratura che insiste sui giocatori in forma, e lascia maturare quelli atleticamente non in condizione, vedi Milito.

E così, mentre Milan e Roma continuano ad arrancare nonostante l'impreziosimento della rosa, l'Inter è già alla guida del campionato, in compagnia di un'altra grande squadra, il Cesena. Un giornalista buontempone della Rai avrebbe affermato che in testa ci sono la squadra che ha speso di meno e quella che ha speso di più. Francamente non pensavo che il Cesena avesse tutti quei soldi.
Twitter Facebook RSS

lunedì 13 settembre 2010

Benitez, buona la seconda (2^ giornata)

L'Inter del marmoreo Benitez infila la prima vittoria stagionale nelle competizioni che contano (va bene, ha anche vinto una Supercoppa italiana, ma essa conta come il due di picche, rispetto al campionato).

E la notizia principale è forse questa: unica tra le cosiddette grandi ad aver fatto un passo avanti rispetto alle altre. Ora è sopra il Milan delle quadrighe, la Juve dei testimonial, la Roma dei panzoni. Tuttavia la squadra dell'impiegato postale Benitez non è stessa cosa rispetto all'anno scorso: manca di quella cultura del sacrificio che il mago Merlinho aveva saputo trasmettere a tutti i reparti, inclusa la panchina e i massaggiatori.

Non solo a causa del mammone spagnolo. Magari si tratta semplicemente di normale appagamento dopo una stagione così esaltante. Ma se è così allora non solo il tecnico andava cambiato, ma anche (e almeno) uno o due elementi per reparto. Non e' stata proprio questa la strategia morattiana, con la conseguenza che Milito si è smilitarizzato, Schneijder sembra stanco come dopo una scalata notturna per insonni, Cambiasso tenta le giocate come fossero numeri al lotto, sperando qualcosa gli vada bene. Se a questo si aggiunge una difesa distratta stile Juventus, c'è da esser soddisfatti dell'attuale posizione di classifica. L'unico in forma, per dovere di cronaca, è proprio Giulio Cesare, tu quoque, che dopo aver visto che aria tira, deve aver deciso di alzare la saracinesca, almeno fino a che i bollettini meteo non segneranno bel tempo.

Il Milan merita un discorso a sè. Il calderone d'attacco Ibra-Pato-Robi-Dinho messo in piedi quest'anno dai soliti maghi del marketing è palesemente insufficiente a sopperire la scarsità dei reparti arretrati. E poi ci si mettono anche questi arbitri condizionati dal loro credo politico (l'ha detto il Presidente del Consiglio, mica Toti e Tata)...

La Juventus si prepara al quinto campionato di transizione nell'attesa del rinnovamento radicale, che avverrà il giorno in cui faranno santo il testimonial dell'acqua minerale. Solo con Del Piero manager (ma anche allenatore, purché lasci il terreno di gioco), il popolo bianconero potrà assistere a qualcosa di meglio che le pietose performance della sua squadra e del suo giornaletto sportivo.

La Roma si becca una batosta incredibile, severissima, scortese (1-5 a Cagliari), insomma una figura di merda. Ma registro con piacere il senso ironico di Totti, il quale sottolinea come questa Roma abbia in fondo un punto in più dell'anno scorso. Bravo, ma ora torna a ripassare la parte dello spot che più ti riesce.

Infine il Bari, l'altra grande di quest'anno. Avrebbe davvero potuto sbancare Napoli ed insidiare la leadership del Chievo. Per un attimo abbiamo sognato, poi ci siamo ricordati che questo tipo di partite è governato dalle scommesse clandestine, e non dai valori in campo. Un po' come quando si giocava Juve-Inter, ai bei tempi andati.

Twitter Facebook RSS