Mi iscrivo
| |

venerdì 27 marzo 2009

Ventinovesima: profumo di Juventus

Per la settima volta quest'anno la Juventus recupera punti nell'anticipo (ben tre, non chiacchiere da mercato rionale). E per la settima volta l'eterna rivale, causa di tutti i suoi mali, usurpatrice di troni e di cupole, oltre che di primati nazionali, risponde annullando il vantaggio.

La Juventus sabato aveva quasi vinto lo scudetto.
A leggere le monotone testate calcistiche di un Paese che oltre a non esser serio tra i banchi della politica, si esibisce con comicita' tra quelli della stampa.

La Juventus e' squadra tosta
come la suola di un anfibio militare (questo l'ho sempre affermato). Ad un critico di sport e di mondo sportivo dovrebbe bastare, senza articolare commenti fuori luogo, fuori tempo e soprattutto fuori di testa. La squadra e' tosta, ma ha ceduto in piu' di un'occasione, come il Milan, come la Roma. Chi non ha mai ceduto e', ahitanti, proprio l'Inter di Mourinho, almeno fino ad ora.

Non che non possa accadere
, la manciniana l'aveva dimostrato l'anno scorso come perdere un campionato vinto a febbraio. La mourinhana ha definitivamente un elemento in piu', che e' la compattezza del gruppo. Se da Maicon a Cambiasso, da Julio Cesar a Santon c'e' spirito di gruppo, la squadra non puo' che tenere.

Poi c'e' Ibrahimovic.
Il gioco-non-gioco di Mourinho, prevedibile come la caduta delle castagne in autunno, e' anche basato sul mostro sacro del nostro campionato, tale svedese oriundo che quando vuole la butta dentro. Il ragionamento fila, squadra compatta dietro e oriundo avanti. Gran qualita' da una parte e dall'altra, oltre ai cosiddetti quadrati dell'uomo che siede in panchina. Tre fattori, tutti equamente concorrenti al "piu' sette" di marzo.

Illogico pero' che le nove colonne del lunedi mattina siano tutte pro-Ibrahimovic, che rappresenta un terzo dei meriti del primato in classifica. Ibrahimovic e' il simbolo del trapasso verso il dopomoggi, e sottolineare che l'Inter vincera' il suo terzo scudetto sul campo consecutivo solo grazie a lui, equivale a dire che c'e' della Juventus anche in questo. Lo scudetto sara' dell'Inter, ma profumera' di Juventus.

Twitter Facebook RSS

domenica 15 marzo 2009

Ventottesima: questione di fede

Alberto Cerruti, Gazzetta dello Sport:

JUVENTUS 8 - Si dimostra un potentissimo 4x4 che ribalta con 4 gol lo 0-1 contro il Bologna a fine primo tempo. L'Inter rimane a +7, ma Ranieri scopre il miglior Giovinco della stagione, ritrova i gol di Del Piero su azione e applaude una ripresa di impressionante ferocia agonistica. Mancano tanti giocatori, ma quelli che ci sono hanno ancora benzina nel serbatoio per inseguire lo scudetto.

INTER 6,5 - Apre e chiude la partita con il solito Ibrahimovic che torna grande in campionato, segnando la doppietta che lo porta a quota 17, solo alle spalle del capocannoniere Di Vaio. Ma il 2-0 è bugiardo, perché soffre troppo la Fiorentina, salvata dalle grandi parate di Julio Cesar, a conferma delle difficoltà a creare gioco.


Il duello tra Juventus ed Inter, tra Ranieri e Mourinho, tra Moratti e Cobollo e' copia del duello di articoli che da ore si consuma sui quotidiani sportivi online (ci mancherebbe pure che versi l'immeritato obolo per acquistarne copia cartacea).


Un buontempone che si firma con le mie stesse iniziali deve averci visto lungo:

Juventus-Fiorentina 2-0 e +7 sull'Inter

Juventus 10 - Ristabilisce la notevole distanza sull'Inter, al termine della partita piu' decisiva della stagione, dopo la sfortunata esibizione di Manchester. Ibrahimovic determinante, da 10 e lode. Tutta la squadra lo osanna e lui ricambia con due prodezze da cineteca che alzano il morale nel momento psicologicamente piu' difficile. Con questa gara, Ranieri si smarca ancora una volta come un grande stratega dello scudetto.

Inter 5 - Addirittura sotto di un gol in casa, davanti al proprio pubblico, trova lo stimolo giusto per evitare un nuovo tracollo che le costerebbe non solo il titolo, ma forse anche il secondo posto. Caparbia la reazione, ma nel complesso di fronte c'era solo il Bologna.


Quando si decide di usare due pesi e due misure su tutte le testate accreditate, cartacee e televisive, si rischia davvero di far passare la propria visione, parziale e per nulla autorevole, come verbo evangelico e autarchico, di fronte al quale masse di poveri di spirito forgiano la propria fede.


Twitter Facebook RSS

domenica 8 marzo 2009

Ventisettesima: la vetrina del giornalaio

La ventisettesima giornata di calcio procede sul solco delle precedenti ventisei. Nel giorno del derby della Mole, a Marassi il Genoa ospita l'Inter, la Roma riceve l'Udinese ed il Milan l'Atalanta. La vigilia echeggia ancora degli strascichi polemici tra i tecnici di Inter, Roma e Juve, che hanno fatto la fortuna di TV e giornali.

La Roma scende in campo senza mordente e senza idee. Di sicuro l'ombra di quella formazione audace capace di segnare tre reti in trasferta all'Inter. L'Udinese ne esce con il pari, risultato giusto e come sempre condito da polemiche da ambo le parti.

Non senza polemiche il confronto tra Genoa e Inter. Il duo d'attacco Ibralotelli mette a segno due marcature pesanti per il prosieguo del campionato. La rete di Balotelli farà inveire non pochi, aizzati dai titoli dei soliti giornali sportivi che servono immancabilmente l'amaro dessert alla squadra di Moratti, piuttosto che elogiarne tenacia e carattere.

Le stesse testate, per puro tifo o per "prostituzione intellettuale" non batton ciglio davanti ad episodi di simile incertezza arbitrale che invece hanno favorito la regina degli incanti nel derby di Torino. La Juventus di quest'anno, come ripeto dalle primissime giornate, è squadra tosta, dotata di carattere, che non ci sta a perdere, soprattutto per non mostrarsi inferiore a quell'usurpatrice che da tanti, troppi anni continua a vincere.

Forse la chiave di lettura di questi tempi è proprio questa: la Juventus non ci sta. Non le sta bene il secondo posto, non le appartiene. La regina degli incanti vuole il primato, come i re umani della Terra di Mezzo desiderano il potere dell'anello, e vuole vedere l'eterna seconda precipitare agli inferi del girone degli abbietti, per pura vendetta. Nell'inseguire questo disegno, la squadra di Ranieri gioca con i denti e con i nervi, soffre fino alla fine, sbocca sangue, schiuma veleno, ha gli occhi rossi di rabbia agonistica. Questa è la Juventus, e poiché amo il calcio agonistico, mi inchino davanti a tanta forza.
Questo è pero' anche Tuttosport. Un quotidiano sportivo che riceve denaro pubblico e che traduce con estrema tracotanza sulle sue prime pagine lo stesso livore, cosa che mi rende - da sportivo - indignato.

A Roma non sono da meno. Seconda per tanti anni di fila, la squadra non è certo al top della forma psicologica, come molti dei suoi giocatori, il suo allenatore e perfino la presidente. Cio' che non trovo normale è che la frustrazione di tanti insuccessi sia resa pubblica, e che la si trovi tutte le mattine sulle prime pagine del Corriere dello Sport. Ricordo gli inizi del campionato, quando editoriali interi venivano dedicati non già all'imbarazzante avvio dei giallorossi, quanto al dubbio gol, al dubbio fuorigioco o al dubbio rigore a favore della capolista di turno, cosa che mi rendeva davvero inquieto. Credo che anche un serio tifoso romanista, alla lunga, smetterebbe di acquistar copie di carta straccia.

Da qualche anno non ride neanche la sponda milanista della Gazzetta dello Sport. Chi ha voglia puo' consultare questo blog indietro nel tempo, per accorgersi che il disastroso avvio del Milan di questa stagione è sempre stato "protetto" dalla prime pagine della famosa (un tempo) testata. Il titolo peggiore riservato al feudo del presidente del Consiglio e di sua maestà Galliani è in realta' un sottotitolo quasi invisibile che recita: "Il Palermo stende il Milan che scivola a -6" (Quinta di campionato). Se Tuttosport mi indigna e il Corriere dello Sport mi inquieta, la Gazzetta mi lascia senza parole.

La vetrina del mio giornalaio le esibisce tutte e tre, come atto finale di una sequenza oscena in luogo pubblico. Esse sono esposte - nude - al sole o alle intemperie immancabilmente il lunedi mattina, come fenomeni da baraccone. Le guardo e rifletto. Penso come il destino o la natura, a volte, si accaniscano crudeli. A tratti rapito dalla compassione piu' umana e sul punto di versare un obolo per almeno una di esse, repentinamente rinvengo, e il mio giudizio piu' distaccato si delinea e riprende forma. Vale davvero la pena spender tempo e denaro dietro le frustrazioni, i livori, le protezioni mediatiche in scena tutte le mattine nelle vetrine del mio giornalaio?


Twitter Facebook RSS

domenica 1 marzo 2009

Ventiseiesima: il Corriere dei Normali

Rieccoci tirati per il bavero dentro al calcio nazionale, con tutte le sue magagne, giggiopole e ricupole senza le quali il tifoso quadratico medio non saprebbe come spaccare il telecomando di casa.

Nella giornata in cui l'Inter risica molto, la Roma rosica troppo e la Juve rosicchia poco, lo spettacolo indecoroso lo inscena uno dei giornali piu' sensibili alla causa romanista. Ad agitare le acque di un altrimenti placido lunedi pomeriggio vi sono titoloni stampati o elettronici, blog aperti di fretta con tema "Mourinho e' davvero Special", interviste nero su bianco o in streaming a Spalletti e soci, ed e' un profluvio senza fine, un mondo di parole, commenti, allusioni, proteste, alcune anche clamorose, e molto altro ancora.

Il collega Ferrajolo, dalle colonne del Corriere dello Sport, attacca a testa bassa l'allenatore dell'Inter, Jose Mourinho. Non sta a me prenderne le parti, ma chi segue questo blog sa che il tipetto mi sta simpatico non poco.

A mio modo di vedere, un allenatore che riesca a cementare uno spogliatoio sfatto, nevrotico e irascibile, dopo alcuni anni di gestione imbarazzante e scellerata, non puo' che essere speciale.
Un allenatore che da solo ha il merito di pareggiare una partita in cui la sua squadra e' terribilmente brutta al cospetto di un'inseguitrice che gioca il suo miglior calcio stagionale non puo' che essere speciale.
Un allenatore che si lascia sfuggire per immaturita' un'occasione d'oro per espugnare San Siro, e che fa dell'operato arbitrale il suo alibi personale per giustificare l'imbarazzante distacco accusato fin ad ora, non puo' che essere "normal". Cosi' come "normal" e' il giornale che ne ospita la causa.

Buon campionato a tutti.


Twitter Facebook RSS