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sabato 30 aprile 2011

A gonfie vele (34^ giornata)

Quasi fatta per il Milan. Vincendo a Brescia, e non era facile, lo scudetto e' praticamente cucito sulle maglie. Manca solo il sigillo dell'aritmetica e dopo il panettone, l'Allegri si e' meritato anche una bella fetta di colomba pasquale.

Che sia tutto merito suo non sara' mai possibile saperlo. Dal canto mio, vedere le testate sportive milanesi inneggiare agli aspetti piu' gloriosi - quasi lo scudo 2010-2011 fosse un fatto assodato - non fa altro che alimentare le non poche perplessita'.
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domenica 17 aprile 2011

Precipitato di calcio (33^ giornata)

Con la clamorosa uscita dalla Champions e l'odierna sconfitta di Parma, l'Inter colleziona quattro sconfitte nelle ultime cinque gare e precipita in tutte le competizioni che contano. Scudetto e Champions possono attendere, fa parte del calcio. Ma se anche la testa, oltre che le gambe, si fa attendere, allora è sinonimo di crisi chimica che ne' Moratti, ne' Benitez e ne' Leonardo sono riusciti a disattivare.
Permettemi di citare un intervento da parte di un lettore de Il Foglio, rubrica Zeru Tituli (nick Polenasue):
"E’ mancata la testa, e, non meno importante, è mancata la grinta, la cattiveria di mourinhana memoria. Cattiveria in senso buono del termine. Quella che portava Cambiasso ad asfissiare Drogba impedendogli di ragionare, quella che mettevano in campo Maicon e Sneijder, Motta e Stankovic, Lucio e Samuel, tutti quanti senza eccezione (anzi si, con l’eccezione di uno sciagurato con tanto talento e zero testa, che ora è a far danni in Inghilterra). Ora i nostri entrano in campo sorridenti e sereni ma poco concentrati. L’anno scorso intimorivano gli avversari già nel tunnel degli spogliatoi. [...] Dopo i danni del Pacioso, Leo ha già fatto miracoli. Purtroppo i condottieri con gli attributi non si trovano facilmente, e all'Inter non serve un Allegri qualsiasi. [...] A fine anno l'Inter dovrà battere la concorrenza di Roma e Juve per assicurarsi un tecnico adeguato. Non sarà facile. A meno che il Real vinca la Champions, Moratti apra il portafoglio e il duro ma sentimentale Filosofo torni a rifondare la sua squadra del cuore. Con le righe giuste. Un sogno, non un’ossessione."

Va comunque dato merito al Milan di Seedorf, Pato e Robinho di non aver ceduto sul più bello, come molti (me compreso) ipotizzavano. Ed al Napoli di Cavani e Lavezzi di aver fatto il suo campionato più bello degli ultimi venticinque anni.
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lunedì 11 aprile 2011

Il peso specifico (32^ giornata)

Quando di mezzo ci si mette la sciagura di derby e schalky perduti malamente, haivoglia a rialzarla la testa. Se pesa piu' del corpo e delle gambe, non potra' far altro che cadere per terra e farsi sempre piu' male.
Vanno tutte e bene, ma mentre Milan e Napoli vincono e convincono, la brigata Eredi di Mourinho (citando il preclaro Crippa) cammina a spizzichi e bocconi, regalando peregrine illusioni a settimane alterne. Twitter Facebook RSS

mercoledì 6 aprile 2011

Trapianto di cuore (31^ giornata)

Il derby di San Siro consegna in mondovisione l'immagine piu' eloquente della fine del ciclo dell'Inter.
Cloruro di calcio, e la sua edizione radiofonica Scusa Ameri (Radio Alma Bruxelles, 101.9FM), hanno testimoniato dal 2005 in poi i numerosi titoli conquistati dall'Inter di Zanetti, Julio Cesar, Maicon e Cambiasso, Cordoba e Samuel.
Gli stessi che nella giornata piu' decisiva della stagione non hanno saputo fare la differenza (con Samuel infortunato) come l'avrebbero fatta uno, due, cinque anni fa.
Questo dimostra come il derby di San Siro non debba essere considerato un episodio passeggero (lo dimostrera' la clamorosa sconfitta in casa con lo Schalke di li' a pochi giorni, nell'andata dei quarti di finale di Champions League). Mi chiedo se sia lecito supporre, se i giocatori chiave sono gli stessi da oltre un lustro, che una sorta di stanchezza psicologica sia definitivamente affiorata. Non la rimonta di campionato (quella appartiene a Leonardo, Pazzini, Ranocchia, Kahrja), non il triplete dello scorso anno (che appartiene a Milito ed Eto'o, Thiago Motta e Sneijder), ma il quinquiennio di vittorie consecutive ha di fatto saziato coloro i quali erano nell'Inter ben prima del primo scudetto.
Dal 2006 sappiamo come l'Inter, liberata dal giogo illecito ed antisportivo della cupola calcistica che faceva capo a poche persone, avesse iniziato a praticare un calcio muscolare, arrabbiato, nervoso e sbrigativo.
Non era affamata quell'Inter. Molto di piu'. Ricordo il modo di giocare dell'Inter di Mancini, che in campionato gridava vendetta contro tutti, si avventava su ogni pallone, difendendo l'area e la porta con i denti e mettendo in soggezione persino l'operato di qualche arbitro. Diciassette vittorie consecutive in campionato, quasi cento punti. Neanche il Barcellona di Guardiola, nonostante l'imbarazzante superiorita' tecnica nel proprio campionato, vi potra' arrivare.
E' durato il tempo necessario perche' le energie fisiche e nervose delle colonne portanti arrivassero a naturale esaurimento. Quando si vince tutto, ma proprio tutto, la necessita' di fare a pezzi l'avversario lascia il posto alla voglia di vincere, piu' nobile ma meno efficace, e questa lascia poi il posto alla sicurezza di aver vinto - prima ancora di entrare in campo. E' un trapianto di cuore, e di parabole simili e' ricco il mondo dello sport, e la storia di tutte le grandi squadre.
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