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giovedì 20 novembre 2008

Dodicesima: Inter, Juve e Milan (era ora)

Inter, Juve e Milan. Per fortuna il campionato sa di calcio in questo Paese, e non di patate fritte come vorrebbero talune penne sfiorite, leggi lo Zuccone d'Oro.
In tutti i campionati ci sono le due o tre squadre piu' forti perche' piu' ricche (e viceversa), poi le quattro o cinque "cesse" che giocano da fare schifo e si lamentano pure se escono da San Siro con il fondoschiena rosso, e le altre 12-14 squadre depresse come un tacchino alla vigilia del giorno del Ringraziamento.

Qualcuno dovra' pur svelare alla popolazione maschile adulta italiana, in un futuro non troppo lontano speriamo, perche' si continua a giocare con venti squadre in serie A, di cui la maggior parte non valgono neanche il biglietto. Con due in meno si risparmierebbe un mese di campionato, a vantaggio delle competizioni europee ed internazionali, nazionale lippesca inclusa. Possibile che non ci sia mai nessuno in grado di contestare le losche e lorde manovre di codesti amministratorucoli di condominio che ancora governano il mondo del calcio? Possibile che non si levi mai una voce che dica: aho? ce state a pijja' pe'cculo?

Acquistando Mourinho, Moratti una cosa buona l'ha fatta (a sua insaputa): ha di fatto inserito nel contesto pallonaro peninsulare una nota talmente cacofonica da rendere paradossalmente visibile (era ora) il concerto tacito di accordi sopra e sottobanco tra i maghi degli affari cartacei e televisivi. Mourinho, che gia' ha dichiarato che il nostro calcio non interessa a nessuno al mondo, morirebbe dalla voglia di vederlo sfasciarsi sotto il suo implacabile ghigno. E forse anche una parte di noi non aspetta altro. Che il Jose portoghese abbia ragione e' indubbio. Sara' stato un caso, o un accidente tipografico, ma i giornali internazionali che mi hanno recapitato stamattina parlano volentieri di Premier League, Bundesliga e Liga Espanola. E basta.

Allo schifo ci deve pure essere un fine. Crollino le gazzette, i corrieri e le domeniche antisportive, crollino le tv ed i loro diritti (di 'sta ceppa), crollino i mura e gli zucchetti e gli sconcerti. Non se ne puo' piu' dei balletti isterici e della imperante mediocrita' intellettuale e spirituale dei mercanti di notizie. Alla serie A ci deve pure essere un fine, come alla eccessiva fantasia dei giornali.




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