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lunedì 20 dicembre 2010

Titolo a piacere (16^ giornata)

Niente Milan, niente Juve, solo Roma, Lazio e Napoli. Il campionato mostra una faccia nuova nel giorno in cui l'Inter salta per un concomitante impegno di golf nei rilassanti parchi erbosi di Abu Dhabi.
Il Milan ha preso una botta più psicologica che reale, avendo ceduto tre punti ad una diretta concorrente come la Roma. Come sempre, tutto il bello costruito ed articolato dalle testate sportive si sgretola come sabbia al vento. Sia Gazzetta che Corriere dello Sport titoleranno "Milan k.o.". Cose che capitano.
La Juve si ferma a Chievo, dove invece avrebbe dovuto passeggiare con scioltezza. Niente da dire, solo che le stesse testate riportano titoletti illegibili a distanza, tipo "Juve quanta rabbia", o addiruttura "Pellissier congela la rincorsa Juve". Giusto, bisognava dar spazio alle bufale, vedi clamorose uscite che riguardano l'allenatore dell'Inter.
I giornali devono campare, ma qui mi pare ci sia la solita mano maligna del titolista, pagato per esaltare o occultare a piacimento i fatti di sport.
L'Inter resta a -13 dalla vetta con due partite e qualche grattacapo in meno per lo stesso Benitez, sempre che la Gazzetta acconsenta.
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Sul tetto del mondo l'Inter

E' terminato da poche ore il mondiale FIFA per club, ovvero la riedizione moderna della Coppa Intercontinentale. L'Inter se l'è portata a casa per la terza volta. E' ancora l'Inter dei tanti record del 2010, dei cinque titoli vinti di fila. E che adesso infila il successo più brillante, il solitario della parure di diamanti collezionata dopo quindici anni di immensi sacrifici ed incommensurabili delusioni dal capofila Massimo Moratti. E' paradossale che il titolo più pesante, quello che porta i nerazzurri sul tetto del mondo, sia arrivato proprio contro delle avversarie più adatte ad un torneo di pallavolo che ad una finale di coppa del mondo. Ma poco importa, per arrivare ad Abu Dhabi persino Tuttosport sa che l'Inter è dovuta passare sul corpo di Barcellona, Chelsea e Real Madrid, oltre ad aver vinto uno scudetto l'anno prima.
L'impresa Inter ha perfino scomodato il signor Calcio mondiale, il panciuto Blatter, a scendere in campo per consegnarle il trofeo di persona. Dopo aver rifiutato di farlo in occasione dei mondiali di Germania, si è dovuto piegare - oops - sollevare per arrivare all'altezza di Xavier Zanetti, sempre più uomo simbolo di questo lustro a tinte nerazzurre.
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sabato 4 dicembre 2010

Che Inter fa (15^ giornata)


E' un'Inter variabile ed imprevedibile come certe giornate di marzo. Quella vista contro la Lazio e' stata più fragile e rinunciataria di quanto credessi. Sono dell'avviso che l'allenatore non abbia alcuna responsabilita'. L'Inter di ieri e' la stessa di quella della cinquina al Parma? Non proprio. A volte è cosi' complesso riformulare gli schemi di gioco intorno ad un solo giocatore che cambia, figuriamoci quando un tecnico si trova a dover gestire sei nuovi innesti, tutti imprevisti e non voluti. Con buona pace dei giovanissimi, i sostituti non sono all'altezza dei campioni di Madrid; in porta non c'e' la saracinesca degli anni passati: il povero Castellazzi e' in eterno ritardo su tutte le palle; a destra Cordoba imita al meglio Maicon, ma si tratta di un'effimera e scarsa prova di mimica meccanica. La palla come la tiene il fenomeno brasiliano non la tiene nessuno. E cosi' via. Come conseguenza delle grandi assenze, anche i presenti sono costretti a giocare in ruoli non loro. E cosi' Sneijder deve giocare troppo alto, Zanetti troppo centrale, Cordoba troppo defilato, Pandev troppo solo. E le incongruenze aumentano per effetto valanga.
La domanda che mezza Italia si pone e': con tutta questa imprevedibilita', che Inter sara' quella del mondiale? E in attesa che rientrino Julio Cesar, Maicon, Milito, Chivu e Eto'o a gennaio, la domanda vera in realta' e': che Inter fara' il prossimo anno?
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