Mi iscrivo
| |

domenica 21 dicembre 2008

Diciassettesima: Natale senza cupole

Siamo alle solite. Ai nervi del mondo del calcio bastano una bandierina non alzata o una alzata di troppo per saltare dalle cannelle arteriosclerotiche in cui i pallonari vivono.

E' successo che a Siena Maicon abbia segnato un gol di troppo per via di una bandierina che non si e' alzata. E' successo che - sempre a Siena - una bandierina alzata di troppo abbia impedito una chiara azione da gol del Crespolone. Si sa, quando non ci sono pressioni polarizzanti come ai tempi del moggiolone, in genere il fattore q si bilancia. Si deve bilanciare, se la statistica non e' un'opinione.

Un leggero effetto polarizzante forse e' dovuto al carisma delle grandi, quella che la cupola moggiolona aveva battezzato "sudditanza", facendo cascare milioni di tifosi (me compreso) tenendoli buoni buoni legati al sediolone del "e che ci vuoi fa'"?

Piu' determinante del carisma
e' semmai il fattore gioco. Anche una sardina di allevamento lappone, che si sa non brilla per sagacia, concluderebbe che la ragione per cui il gol in fuorigioco capita piu' all'Inter (o alla Juve) che al canicatti' e' che forse l'Inter (o la Juve) gioca il quadruplo del tempo nell'area avversaria, per cui gli errori sono piu' probabili (in entrambi i sensi, lo si e' mostrato prima) e che e' piu' facile che nevichi ad agosto che il canicatti' metta un uomo sul filo del fuorigioco alle spalle di Zanetti (o Chiellini) e soci.

La dimostrazione finale che non ci sono piu' cupole moggiolesi arriva domenica. Prima la Juve segna su un altrettanto chiaro fuorigioco (stia buono l'editorialista del Corriere dello Sport, non e' vero che c'e' "errore ed errore", come non e' vero che "nel dubbio il gol non si da'" - tutte misure ad effetto unilaterale, mi pare), poi al gran Maldini, che si e' fatto piu' furbo con la vecchiaia, gli si risparmia l'accesso anticipato agli spogliatori per un fallo da ultimo uomo non sanzionato come dovevasi. Non e' l'Udinese che deve recriminare, e ne avrebbe ben poco dopo le cinque bastonate rimediate a Milano, ma probabilmente le prossime avversarie dirette dei ritrovati rossoneri.

Il calcio va cosi'. Quando non ci sono pressioni a senso unico, gli errori vanno e vengono, ora a favore degli uni, ora a favore degli altri. E' un'altra musica, un campionato cosi'. Gli strumenti suonan tutti. Le voci ed i fiati si sovrappongono e i pur leciti errori creano un non fastidioso effetto di rotondita' musicale, imperfetta ma geniale.

Peccato che nei titoli i giornali non facciano mai sforzo di trovare la bussola del ragionamento illuminato, compiuto e analitico, ma facciano lavorare come sempre la meccanica della pancia. E' piu' importante far soldi il lunedi mattina che spiegare il perche' ed il percome della diciassettesima giornata.

Buona pausa natalizia (senza cupole) a tutti.


Twitter Facebook RSS

lunedì 15 dicembre 2008

Sedicesima: il walzer delle seconde

La sedicesima giornata, fredda come il reparto frutta di un Colruyt, ha consegnato come anticristo del campionato la Juventus di Ranieri. Nel gran derby delle seconde, non ci voleva molto, a mio parere, a prevedere il successo dei bianconeri e la figuraccia rimediata dagli uomini di Ancelotti.

Gia' dalle prime giornate, quando la Juve soleva perdersi qualche mollichina di punticino per strada, dalle righe di questo blog avevo elevato parole di speranza per i tifosi della vecchia signora, orfani dei tempi in cui tutto, ma proprio tutto, era lecito, dovuto e atteso.

Che la Juventus non fosse tutta marcia come la sua testa era cosa evidente. La permanenza del delpierino e del buffonnazionale anche nei meandri della serie B (come Burla) mi hanno sempre fatto pensare alla lealta' della squadra che giocava sul campo.

Mi preme sottolineare come in serie B, difatti, ci siano andati ingiustamente. Molto ingiustamente. La federazione, la giustizia sportiva, primo, secondo e terzo grado e compagnia bella, nel comminare la pena della retrocessione, hanno di fatto punito un gruppo di giocatori di livello europeo, riducendola a giocarsela con le fetecchie di Crotone e Pescara. Mah!

Perfino Titti e Gatto Silvestro avrebbero optato, invece, per una una seria squalifica a vita di tutto il corpo dirigente, oltre alla revoca dei titoli vinti durante gli anni incriminati (probabilmente piu' d'uno). Ma la storia e' stata fatta in altro modo, e si deve guardare avanti.

La Juve oggi trova soprattutto nei baldi giovincelli quella linfa vitale che, associata alla barba rabbiosa della vecchia guardia, la fa diventare superiore a qualunque avversaria (o quasi).

Al Milan, invece, tra un restyle del lifting ed un'operazione di marketing, le gambette della difesa fanno giacomo-giacomo proprio durante il walzer piu' importante del girone di andata. No, quella di ieri non e' stata solo una partita storta.
I mali della gestione gallianusconiana sono ora evidenti: pochi eroi non bastano a tirare una carretta appesantita da un apparato mediatico cosi' amplificato. Almeno fino a quando alcuni di questi eroi, vedi il gattacchio nazionale, non si infortuna per sei mesi. Santi numi. Questa non ci voleva.

Mentre l'Inter, tra il silenzio dei titoloni, continua ad andare a gonfie vele e a mantenere lungo il distacco sulla vecchia signora. In fondo c'e' il panettone da difendere, oltre ad un titolo d'inverno ed ai confronti inesorabili con l'allenatore di prima. Se non erro, siamo a sette vittorie consecutive prima di Natale, che e' di per se gia' un piccolo record dato che il gran mancio si era fermato a sei l'anno prima.

Buon calcio a tutti.


Twitter Facebook RSS

domenica 7 dicembre 2008

Quindicesima: Il tip-tap dello scudetto

Da alcune settimane a questa parte si sta ponendo al centro delle discussioni solitamente sterili dei media sportivi il tema della qualità del nostro campionato di calcio e della sua "vendibilità" come prodotto mediatico a larga audience. Non c'è dubbio che il torneo inglese e quello spagnolo siano oggi in grado di confezionare uno spettacolo superiore in termini di giocate e di reciproco fairplay, aspetti questi sovente trascurati nell'Italia di Pulcinella. Purtuttavia, da qualche ora il campionato di calcio italiano e' diventato più bello, più tattico e più ricercato all'estero (almeno tra le piramidi d'Egitto e i muri a secco del Macchu Picchu).

La ragione e' duplice. Da un lato, l'Inter di Mourinho continua a mietere le avversarie come una trebbia affamata di lavoro: il gioco di Zanetti e soci, lungi dall'essere bello, si lascia ammirare per tutti i novanta minuti per la sua maschia semplicità ed il suo rigore fisico.

Dall'altro, non mollano un centimetro le dirette inseguitrici in vista dell'Armageddon di domenica prossima, quando si scontreranno le capocce dure di Ranieri ed Ancelotti. Per fortuna di noi bipedi appassionati di calcio terrestre, a ricordare a Moratti che il campionato si vince a maggio e non il giorno dell'Immacolata, intervengono le perle fortunose di Amauri e Kaka che nel giro di pochi minuti (dalla fine) e/o su autorete piegano Lecce e Catania rispettivamente. Meno male.

Le squadre di testa dunque allungano, sia pur ognuna a modo suo, e iniziano una rincorsa a tre senza precedenti: l'ultima volta che Juve, Inter e Milan diedero vita al tip tap dello scudetto credo non fossi ancora nato. Il bello del campionato e' proprio questo.

Quasi mi verrebbe da credere che dopo l'infelicissima (per tutti) era Moggi, fatta di risultati pattuiti, espulsioni controllate, arbitri chiusi a chiave, rigori facili, orologi, passaporti e tutta la geometria di porcate indebite che circolavano intorno al calcio, la fase più difficile sia oramai alle spalle. I veleni degli scorso campionati, sparsi come concime biochimico da mezza serie A, quest'anno non hanno ancora avuto ragione di emergere. Un buon segno?

Buon campionato bello a tutti.

Twitter Facebook RSS