L'Inter del marmoreo Benitez infila la prima vittoria stagionale nelle competizioni che contano (va bene, ha anche vinto una Supercoppa italiana, ma essa conta come il due di picche, rispetto al campionato).
E la notizia principale è forse questa: unica tra le cosiddette grandi ad aver fatto un passo avanti rispetto alle altre. Ora è sopra il Milan delle quadrighe, la Juve dei testimonial, la Roma dei panzoni. Tuttavia la squadra dell'impiegato postale Benitez non è stessa cosa rispetto all'anno scorso: manca di quella cultura del sacrificio che il mago Merlinho aveva saputo trasmettere a tutti i reparti, inclusa la panchina e i massaggiatori.
Non solo a causa del mammone spagnolo. Magari si tratta semplicemente di normale appagamento dopo una stagione così esaltante. Ma se è così allora non solo il tecnico andava cambiato, ma anche (e almeno) uno o due elementi per reparto. Non e' stata proprio questa la strategia morattiana, con la conseguenza che Milito si è smilitarizzato, Schneijder sembra stanco come dopo una scalata notturna per insonni, Cambiasso tenta le giocate come fossero numeri al lotto, sperando qualcosa gli vada bene. Se a questo si aggiunge una difesa distratta stile Juventus, c'è da esser soddisfatti dell'attuale posizione di classifica. L'unico in forma, per dovere di cronaca, è proprio Giulio Cesare, tu quoque, che dopo aver visto che aria tira, deve aver deciso di alzare la saracinesca, almeno fino a che i bollettini meteo non segneranno bel tempo.
Il Milan merita un discorso a sè. Il calderone d'attacco Ibra-Pato-Robi-Dinho messo in piedi quest'anno dai soliti maghi del marketing è palesemente insufficiente a sopperire la scarsità dei reparti arretrati. E poi ci si mettono anche questi arbitri condizionati dal loro credo politico (l'ha detto il Presidente del Consiglio, mica Toti e Tata)...
La Juventus si prepara al quinto campionato di transizione nell'attesa del rinnovamento radicale, che avverrà il giorno in cui faranno santo il testimonial dell'acqua minerale. Solo con Del Piero manager (ma anche allenatore, purché lasci il terreno di gioco), il popolo bianconero potrà assistere a qualcosa di meglio che le pietose performance della sua squadra e del suo giornaletto sportivo.
La Roma si becca una batosta incredibile, severissima, scortese (1-5 a Cagliari), insomma una figura di merda. Ma registro con piacere il senso ironico di Totti, il quale sottolinea come questa Roma abbia in fondo un punto in più dell'anno scorso. Bravo, ma ora torna a ripassare la parte dello spot che più ti riesce.
Infine il Bari, l'altra grande di quest'anno. Avrebbe davvero potuto sbancare Napoli ed insidiare la leadership del Chievo. Per un attimo abbiamo sognato, poi ci siamo ricordati che questo tipo di partite è governato dalle scommesse clandestine, e non dai valori in campo. Un po' come quando si giocava Juve-Inter, ai bei tempi andati.
lunedì 13 settembre 2010
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