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mercoledì 28 gennaio 2009

Ventunesima: la brezza del mercoledi sera

E siamo di nuovo al turno infrasettimanale, quella cosa inventata per far soldi con le TV a pagamento, per giustificare le carriole di milioni svangate dai petrol-mediatic-fiat-presidenti, per riempire gli impianti quando nessuno ha voglia di andarci perche' fa freddo e l'indomani si lavora, ed infine per vendere qualche copia in piu' il giovedi' (in cui pertanto si lavorera' di meno).

Ma le vene si dilatano e si contraggono, pulsano e battono forte al termine di una giornata come questa. Il pensiero corre ad alcuni lustri fa, quando il centro di tutto lo sfogo di emozioni e sentimenti, urla e lacrime, gioie e dolori, era sempre e comunque uno solo: la domenica pomeriggio. Per tutti.

La ventunesima di questo campionato profuma di calcio. L'Inter e la Roma vincono, il Milan pareggia, la Juve perde, l'Atalanta si flagella, il Cagliari vola, il Lecce pareggia e via dicendo. Proprio come un tempo ormai lontano, oggi si e' respirato calcio grazie alla contemporanea su tutti i campi. Ognuno alle prese con la propria squadra, a imprecarne i limiti e ad esaltarne le gesta, piuttosto che a spidocchiare con la lente d'ingrandimento l'operato arbitrale altrui.

Ecco cosa c'e' di buono oggi. Un insperato ritorno alla normalita' nel gran vociferare intorno alle partite di calcio. Le ferite urticanti delle ultime domeniche sono state - per un attimo - alleviate dalla leggera brezza rinfrancante del turno infrasettimanale. C'e' di che esserne grati, per una volta.

Ritengo prematuro avanzare ipotesi acrobatiche sul prosieguo di questo campionato, ma poiche' il sonno mi e' passato, questa notte faro' un paio di considerazioni.

La prima e' sulla Juventus. Non credo si sia messa in un brutto guaio stasera, nonostante l'opinione contrariata di mezza Italia bianconera. La squadra di Ranieri, che deve ancora sbollire l'anno di purgatorio, ne sapra' uscire piu' forte e motivata (gia' pregusto un delpierino impepato come un diavolicchio, sabato prossimo contro il Cagliari).

La seconda e' sul Milan. Gli incidenti di percorso capitano, ed il Genoa e' squadra che inchioderebbe anche il Manchester Utd. Tuttavia l'intera campagna acquisti continua a rivelarsi meno seria di un'audizione per l'Isola dei Famosi. Nulla e' impossibile, neanche una rimonta di gran carriera, ma ci credo meno ogni giornata che passa.

La terza la vedete da voi, confrontando i titoli dei giornali con quelli della diciannovesima giornata. C'e' chi viene "travolto" o "sbriciolato" e chi, semplicemente, "cade" o "frena".

Buona lettura imparziale a tutti. La brezza serale e' bella perche' dura poco.

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domenica 25 gennaio 2009

Ventesima: un gattopardo in serie A

Vincono tutte: Juve, Inter, Milan, Roma. Per la verità con qualche rovescio meteorologico sui vari campi, la solita bizzarra corsa alla ricerca degli errorini arbitrali, su cui poi il perdente di turno si avvita per crearsi l'alibi della domenica, giustificarsi lo stipendio agli occhi del proprio presidente o dei propri tifosi, ecc., come una dolce litania domenicale alla quale non c'è verso di sottrarsi. Poiché han vinto tutte, non c'è nulla di cui riempire le colonne dei fantagiornali sportivi. O quasi.

Taluni quotidiani non reggono alla voglia di fare boom di vendite e parlano solo di arbitraggi. Talaltri sembra facciano l'opposto, concentrandosi misteriosamente sul calcio giocato (la Juve va, Adriano risponde, etc...) Mi sento preso per il culo più da questi ultimi, francamente.

Cosa vorrà dire tutto questo? Non sarà mica che il moggismo, come una leviatano, inizia a dispiegare nuovamente i suoi tentacoli? Ok, non esageriamo, è presto per parlare. Certo, da quando Porta a Porta (e non solo) ha preso a concedere asilo politico all'esibizione di Luciano Moggi, pare che nel calcio italiano non si capisca più nulla. O forse si assiste all'antico riallineamento tra poteri, federazioni, stampa ecc. La mia è una fantasia? Forse. Anzi mi auguro. Perché il calcio italiano e la Serie A ci importano troppo (siamo fatti così), e il rischio che non vorremmo correre mai più è che tutto torni come prima.


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domenica 18 gennaio 2009

Diciannovesima: il giro di boa come non mai

La sfida tra Juve e Inter continua. Dalle righe di questo blog sono mesi che vado ripetendo che lo scudetto quest'anno è una corsa a due tra Inter e Juventus, tra Mourinho e Ranieri, tra due filosofie, storie e destini diversi ed opposti ma accomunati da una corsa che - son certo - affascinerà i puristi del calcio. Quest'anno come non mai.

L'ultima del girone di andata
verra' iscritta nel grande libro del calcio come il piu' clamoroso dei giri di boa. Al termine del girone di andata, schiatta l'Inter di Mourinho sotto le cannonate del nemico bergamasco, presso il quale si era recato a far visita come se andasse a raccogliere margheritine sulle Prealpi di Arcifusso. Il calo psicologico affligge questa squadra oltre misura, e quando le viene il piripillero, riesce ad essere talmente disordinata nel gioco da divenire irriconoscibile. Curiosamente, appena sintonizzato sulla diretta internet (grazie al myp2p"punto"eu), ho creduto che l'Inter fosse la squadra in casacca nerazzurra che dominava il campo, complice la scarsa qualita' del video e l'audio in iracheno che certo non aiutava a distinguere i giocatori. Invece era l'Atalanta.

Ad esser onesti dentro
, cosa che spesso non costa nulla, si dovrebbe affermare che anche alla Juve deve essere venuto il piripillero, dato che ha consegnato le chiavi del gioco alla Lazio per tutto il primo tempo. Eppure ad essere sbriciolata e' solo l'Inter, ad esser solida e' solo la Juve (leggi i giornali). Il perche' e' un dettaglio.

La grande ma sottile differenza è proprio in quel dettaglio che rende il calcio lo sport sublime nel nostro Paese. Difatti, mentre la reazione dell'Inter si materializzava con l'inutile gol di Ibra al 92', la Juve la metteva dentro alla prima occasione. Come cerco sempre di dire da queste colonne, e non ci vuole molto a capirlo, il calcio è a volte questione di dettagli, o di centimetri - diceva il grande Viola - paragonandolo ad un'altra, ben più antica, arte.

Sempre ad essere onesti, l'Inter non e' stellare, non lo e' ancora quest'anno; e la Juve non e' infallibile come sembra. Due squadre che spesso soffrono una preparazione costruita con l'ambizione di durare fino a fine maggio, e destinate a lasciare punti per strada.

Il giro di boa del campionato e' alla fine un bicchiere mezzo pieno per l'una, mezzo vuoto per l'altra. Sicuramente una boccata di ossigeno come non mai per Ancelotti e Spalletti che per una volta recuperano punti sulla testa del campionato senza troppa fatica.

Il secondo tempo e' di fatto iniziato. Prepariamoci ad assistervi comodamente seduti in poltrona e godiamoci questo campionato bello come non mai.

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martedì 13 gennaio 2009

Diciottesima: la ripicca del moggismo

Sia chiaro. Dalle righe di questo blog, non una parola di piu' si levera' su e contro Luciano Moggi, rispetto a quanto giudici e pubblici ministeri abbiano fatto fin qui.

Parlero' del moggismo, un neologismo che fa coppia e assonanza con bullismo, dal quale ne mutua la sua piu' azzeccata definizione: il moggismo e' il bullismo nel calcio.

Il mondo del calcio sembra non poter farne a meno, a leggere le ultime dichiarazioni rilasciate dai massimi dirigenti della Juventus, e dal suo prolifico capitano (a proposito, che c'avranno dato i medici al pierino bianconero per trasformarlo in un asso brasiliano da fare invidia pelosa ad Ancelotti?)

La sentenza di condanna in primo grado contro Luciano Moggi e figlio, ridotta a due anni e otto mesi grazie a tutta una ridicola serie di attenuanti e di cavilli - questa e' l'Italia - deve essere parsa acqua fresca al cobollo illuminato, a sentirlo parlare in questi giorni.
Il fatto che il suo ex-dirigente piu' carismatico e potente (tralasciamo il povero figliolo per decenza) sia stato condannato alla reclusione da parte della giustizia ordinaria o non c'entra nulla con lo sport o c'entra in tutto.

Nel primo caso, un reato penale commesso al di la' delle sue "mansioni" sportive non avrebbe ragione di interferire con lo sport, quindi non si capisce come e perche' il cobollo frastornato oggi reagisca con un preteso risarcimento sportivo del titolo revocato da parte della giustizia sportiva (2004-2005; occorre ricordare che il titolo 2005-2006 non fu mai assegnato alla Juventus, ma direttamente all'Inter).

Nel secondo caso, occorre premettere che un reato penale connesso allo sport e' di una gravita sportiva inaudita. La giustizia sportiva e' di gran lunga piu' severa di quella ordinaria, perche' capace di comminare multe salatissime a chi non rispetta, ad esempio, una regola semplice come il togliersi una maglietta in campo; o di espellere dal terreno di gioco (leggi interdire o recludere in un ipotetico equivalente penale) per motivi spesso futili. Cio' detto, una reclusione vera, ancorche' non di lunghissimo periodo, come quella comminata da parte della giustizia ordinaria per fatti legati ad attivita' sportive, costituisce pur sempre una gravissima dimostrazione di illegalita' entro cui il reo usava muoversi con l'unico obiettivo di favorire la squadra per cui lavorava.

Non occorre essere dei maghi della dottrina giuridica per rendersene conto.
Invece seguendo testate e trasmissioni sportive chiaramente assecondate a determinati controllori, si continua ad assistere a ripicche prive di fondamento etico, oltre che pericolose, che presentano una visione compiaciuta ma distorta della realta'.

Una pretesa di revisionismo che arriva dopo il pareggio casalingo dell'Inter, quasi ad aver atteso che il re sia stanco per farsi venire il coraggio di esternare. Francamente ho l'impressione che, a quello che vanno dicendo, questi signori non credano troppo neanche loro.

Buona ripicca a tutti.

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giovedì 1 gennaio 2009

Buon 2009 a tutti!

Scusa Ameri, lo scatenatissimo blog che le suona a tutti, vi ringrazia per la fede sportiva mostrata nelle sue pagine e vi offre il riassunto dei principali fatti del girone di andata.

Un cordiale augurio a tutti voi.

RJ


































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