Vincono tutte: Juve, Inter, Milan, Roma. Per la verità con qualche rovescio meteorologico sui vari campi, la solita bizzarra corsa alla ricerca degli errorini arbitrali, su cui poi il perdente di turno si avvita per crearsi l'alibi della domenica, giustificarsi lo stipendio agli occhi del proprio presidente o dei propri tifosi, ecc., come una dolce litania domenicale alla quale non c'è verso di sottrarsi. Poiché han vinto tutte, non c'è nulla di cui riempire le colonne dei fantagiornali sportivi. O quasi.
Taluni quotidiani non reggono alla voglia di fare boom di vendite e parlano solo di arbitraggi. Talaltri sembra facciano l'opposto, concentrandosi misteriosamente sul calcio giocato (la Juve va, Adriano risponde, etc...) Mi sento preso per il culo più da questi ultimi, francamente.
Cosa vorrà dire tutto questo? Non sarà mica che il moggismo, come una leviatano, inizia a dispiegare nuovamente i suoi tentacoli? Ok, non esageriamo, è presto per parlare. Certo, da quando Porta a Porta (e non solo) ha preso a concedere asilo politico all'esibizione di Luciano Moggi, pare che nel calcio italiano non si capisca più nulla. O forse si assiste all'antico riallineamento tra poteri, federazioni, stampa ecc. La mia è una fantasia? Forse. Anzi mi auguro. Perché il calcio italiano e la Serie A ci importano troppo (siamo fatti così), e il rischio che non vorremmo correre mai più è che tutto torni come prima.
domenica 25 gennaio 2009
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