
In una finale ci si arriva ad armi pari, su campo neutro. Qui il campo e' monocolore, l'atmosfera pesante, ma piu' di tutto pesa quel capolavoro tattico di Mourinho, che ora, al centro della bolgia infernale, si gode lo spettacolo di colori, striscioni e cori.
Ci ha messo la faccia Jose, ed e' una grande presa di coraggio e coscienza. Se usciamo dalla Champions, sara' colpa mia, ma prima dovrete passare su di me, tutti e undici. O centomila.

E poi quell'apparizione centrale di Jose Mourinho che ha messo paura a tutti. Fate vedere di cosa sarete capaci. Il finale lo sapete gia'. Pur ridotta in dieci per un'assurda espulsione, il muro dell'Inter di Mourrera (!) non ha ceduto sotto il deludentissimo solfeggio del Barca.
Il triplice fischio finale tira fuori dal cassetto i sogni dell'Inter e di Moratti, mandando entrambi in Paradiso; e mandando a casa gli undici, o centomila, vittime della loro stessa supponenza ed ipocrisia (vedi le sceneggiate prima e durante il match). Il Barca non e' piu' nessuno, i marziani sono vinti, lo spettro blaugrana e' domo. Fuori dalla Champions League, fuori dalla Copa del Rey, gli rimane la Liga, dove pure rischia.
L'appuntamento e' a Madrid il 22 maggio. Come nel lontano 1982, la riedizione storica di Italia contro Germania, passando per la storia.



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