Tocca parlare ancora di Inter. Nel Meazza dove quattro giorni fa si era consumata la più epica delle imprese calcistiche di sponda nerazzurra dai tempi di Moratti padre, la seconda Inter (c'erano sei riserve) ha ragione di un'Atalanta in disperata ricerca di punti salvezza.
Non è stata una partita facile, addirittura al quinto minuto Tiribocchi aveva gelato mezzo mondo, con un gol inaspettato. Ci son voluti venti minuti per imporre la legge del calcio targato Inter. Così è stato: prima Milito, poi Muntari, infine Chivu. Di mezzo il solito Zanetti superlativo, il papi di questa squadra che corre almeno quanto corre lui. La determinazione è l'arma in più di questo finale di stagione, e la si è vista come se stesse giocando una finale.
È un finale di stagione di altissimo livello quello dell'Inter, e credo che i tifosi ne debbano giustamente andar fieri. C'è poco da aggiungere o da migliorare in questa macchina da gol. So che qualcuno storcerà il naso, ma credo che Mourinho abbia davvero tirato fuori il massimo assoluto. Oltre questo non c'è altro margine di miglioramento.
Sabato pomeriggio l'Inter riconquistava la vetta del campionato ed ora la Samp - nemesi storica e testimone delle manette di Mou - le rende quanto le aveva tolto a Milano, con gli interessi, espugnando l'Olimpico di Roma. Proprio la Roma, che più volte aveva festeggiato lo scudetto con caroselli d'auto, dichiarazioni imperiali e gesti non proprio intrisi di sportività, lascia il pubblico capoccio nelle lacrime di chi ci aveva creduto.
Rammarica assistere all'indecoroso corollario della dirigenza e della stampa romanista, che nei momenti opportuni sa sempre aizzare gli animi contro presunti scandali arbitrali, che poi tali non sono. Francamente credo che il popolo romanista meriti il trionfo dopo aver sfiorato l'ebbrezza del titolo così tante volte negli ultimi anni. Le lacrime di Mexes - quelle sì, erano vere - sono le lacrime di un'intera città che piange per il crudele fato che ancora una volta ha punito la distrazione e la supponenza.
Una Roma sicura di poter archiviare la pratica Sampdoria, per di più in una gara giocata di spalle alla fortuna - e doveva pur arrivare. In quella che forse è stata la miglior partita della Roma nelle ultime quattro o cinque settimane, porta a casa zero punti.
Una cosa va detta, a mio modo di vedere. La Roma è stata tradita da sè stessa una volta, ma non lo rifarà una seconda. Dovesse l'Inter perdere altri punti per strada...
Mancano tre giornate, nove i punti in ballo, due soli il margine tra Inter e Roma. C'è la Lazio sul cammino della capolista, all'Olimpico, a maggio, proprio come otto anni fa. Corsi e ricorsi che dipingono il finale magistrale di un campionato thriller.
domenica 25 aprile 2010
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