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domenica 8 marzo 2009

Ventisettesima: la vetrina del giornalaio

La ventisettesima giornata di calcio procede sul solco delle precedenti ventisei. Nel giorno del derby della Mole, a Marassi il Genoa ospita l'Inter, la Roma riceve l'Udinese ed il Milan l'Atalanta. La vigilia echeggia ancora degli strascichi polemici tra i tecnici di Inter, Roma e Juve, che hanno fatto la fortuna di TV e giornali.

La Roma scende in campo senza mordente e senza idee. Di sicuro l'ombra di quella formazione audace capace di segnare tre reti in trasferta all'Inter. L'Udinese ne esce con il pari, risultato giusto e come sempre condito da polemiche da ambo le parti.

Non senza polemiche il confronto tra Genoa e Inter. Il duo d'attacco Ibralotelli mette a segno due marcature pesanti per il prosieguo del campionato. La rete di Balotelli farà inveire non pochi, aizzati dai titoli dei soliti giornali sportivi che servono immancabilmente l'amaro dessert alla squadra di Moratti, piuttosto che elogiarne tenacia e carattere.

Le stesse testate, per puro tifo o per "prostituzione intellettuale" non batton ciglio davanti ad episodi di simile incertezza arbitrale che invece hanno favorito la regina degli incanti nel derby di Torino. La Juventus di quest'anno, come ripeto dalle primissime giornate, è squadra tosta, dotata di carattere, che non ci sta a perdere, soprattutto per non mostrarsi inferiore a quell'usurpatrice che da tanti, troppi anni continua a vincere.

Forse la chiave di lettura di questi tempi è proprio questa: la Juventus non ci sta. Non le sta bene il secondo posto, non le appartiene. La regina degli incanti vuole il primato, come i re umani della Terra di Mezzo desiderano il potere dell'anello, e vuole vedere l'eterna seconda precipitare agli inferi del girone degli abbietti, per pura vendetta. Nell'inseguire questo disegno, la squadra di Ranieri gioca con i denti e con i nervi, soffre fino alla fine, sbocca sangue, schiuma veleno, ha gli occhi rossi di rabbia agonistica. Questa è la Juventus, e poiché amo il calcio agonistico, mi inchino davanti a tanta forza.
Questo è pero' anche Tuttosport. Un quotidiano sportivo che riceve denaro pubblico e che traduce con estrema tracotanza sulle sue prime pagine lo stesso livore, cosa che mi rende - da sportivo - indignato.

A Roma non sono da meno. Seconda per tanti anni di fila, la squadra non è certo al top della forma psicologica, come molti dei suoi giocatori, il suo allenatore e perfino la presidente. Cio' che non trovo normale è che la frustrazione di tanti insuccessi sia resa pubblica, e che la si trovi tutte le mattine sulle prime pagine del Corriere dello Sport. Ricordo gli inizi del campionato, quando editoriali interi venivano dedicati non già all'imbarazzante avvio dei giallorossi, quanto al dubbio gol, al dubbio fuorigioco o al dubbio rigore a favore della capolista di turno, cosa che mi rendeva davvero inquieto. Credo che anche un serio tifoso romanista, alla lunga, smetterebbe di acquistar copie di carta straccia.

Da qualche anno non ride neanche la sponda milanista della Gazzetta dello Sport. Chi ha voglia puo' consultare questo blog indietro nel tempo, per accorgersi che il disastroso avvio del Milan di questa stagione è sempre stato "protetto" dalla prime pagine della famosa (un tempo) testata. Il titolo peggiore riservato al feudo del presidente del Consiglio e di sua maestà Galliani è in realta' un sottotitolo quasi invisibile che recita: "Il Palermo stende il Milan che scivola a -6" (Quinta di campionato). Se Tuttosport mi indigna e il Corriere dello Sport mi inquieta, la Gazzetta mi lascia senza parole.

La vetrina del mio giornalaio le esibisce tutte e tre, come atto finale di una sequenza oscena in luogo pubblico. Esse sono esposte - nude - al sole o alle intemperie immancabilmente il lunedi mattina, come fenomeni da baraccone. Le guardo e rifletto. Penso come il destino o la natura, a volte, si accaniscano crudeli. A tratti rapito dalla compassione piu' umana e sul punto di versare un obolo per almeno una di esse, repentinamente rinvengo, e il mio giudizio piu' distaccato si delinea e riprende forma. Vale davvero la pena spender tempo e denaro dietro le frustrazioni, i livori, le protezioni mediatiche in scena tutte le mattine nelle vetrine del mio giornalaio?


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