Cosa dire? Uno cerca di star lontano dal calcio, specialmente dopo una stagione di sport lunga, fatta di commenti piu' o meno logici, titoli di giornale piu' o meno credibili, come il risultato di certe partite di campionato.
Poi pero' succede che nel mezzo delle ferie venga tirato per il bavero della giacca nel polifonico agone dei fatti di sport, o meglio dei tanti bar sport improvvisati lungo la Penisola.
Beppe Signori ed un'altra quindicina di avventurieri del malaffare sono stati arrestati con l'accusa di aver falsato partite allo scopo di intascare facili guadagni dalle scommesse.
Una rete meschina composta da persone in difetto di principi morali, piccoli esempi di malavita allevati e tollerati da una societa' che lascia impuniti i corrotti, legittima i bastardi ed autorizza i signorotti a qualunque sopruso.
Poveri nello spirito prima che nel conto in banca, sofferenti plebei di una societa' che gia' fa' i conti tutti i giorni con mafie e camorre, mazzette e puttane, questo gruppo di calciatori-signorotti imbecilli rischia di gettare l'ennesima ombra sul calcio italiano.
Ed il calcio non ne e' esente, se basta l'invito o l'intimidazione di qualcuno per alterare il risultato delle partite, dato che se da un lato c'e' il corruttore dall'altro c'e' il corrotto. Se da un lato c'e' il signorotto che esercita il proprio potere moggiano su calciatori in attivita', dall'altro ci sono gli stessi calciatori che soggiacendo all'influenza del potente o del denaro, si rendono corresponsabili della truffa. E lo fanno per pochi spiccioli, guadagni facili come andare a puttane; e forse non sanno che cosi' a puttane mandano la propria carriera, la propria squadra, un intero campionato e la credibilita' dello sport piu' famoso nel nostro Paese.
Un fenomeno che nasce dall'ingordigia di chi ha gia' tanto, e vuole ancora, alla spalle di coloro che il calcio in fondo lo pagano in prima persona, con gli abbonamenti televisivi e i biglietti allo stadio, le sciarpe e le magliette.
L'ennesima dimostrazione di quanto manchi nel nostro Paese il senso della disciplina civica, di quel comandamento che come un riflesso automatico sale dallo stomaco di chi viene assalito dalla tentazione e gli fa dire NO! Non lo faro' perche' e' una porcata, perche' ci sono delle pene severe, perche' sono una persona retta e corretta, perche' sono di esempio per i miei figli e vorro' esserlo per i figli dei miei figli.
Siamo solo agli inizi di questa nuova disavventura mediatica e gia' sono gonfi i giornali ed i telegiornali, i siti internet ed i forum piu' o meno moderati.
Grandi titolisti e giornalisti attratti da nomi sempre piu' altisonanti per vendere piu' copie, a dispetto della dignita' di chi ingiustamente viene tirato in ballo, e che viene costretto a salti mortali per recuperare al proprio nome la reputazione rubata.
E vanno oltre, inseguendo come avvoltoi l'attimo in cui spunta il nome di una grande squadra, per poter impaginare un titolo a nove colonne che venda sempre piu' copie, che attiri sempre piu' clic. O che si possa dare in pasto al lettore beota che altro non aspettava per poter cantare al bar sport: Via quello scudetto!
Questo modo di affrontare la vicenda da parte di tali organi non solo travalica i confini giuridici ma opacizza la visione del pubblico, come un petardo lanciato allo stadio; e prima che il vento spazzi via la foschia, le responsabilita' saranno state dirottate dove piu' fa comodo. Ed allora dei miseri signorotti del calcio non se ne ricordera' piu' nessuno.
.
Poi pero' succede che nel mezzo delle ferie venga tirato per il bavero della giacca nel polifonico agone dei fatti di sport, o meglio dei tanti bar sport improvvisati lungo la Penisola.
Beppe Signori ed un'altra quindicina di avventurieri del malaffare sono stati arrestati con l'accusa di aver falsato partite allo scopo di intascare facili guadagni dalle scommesse.
Una rete meschina composta da persone in difetto di principi morali, piccoli esempi di malavita allevati e tollerati da una societa' che lascia impuniti i corrotti, legittima i bastardi ed autorizza i signorotti a qualunque sopruso.
Poveri nello spirito prima che nel conto in banca, sofferenti plebei di una societa' che gia' fa' i conti tutti i giorni con mafie e camorre, mazzette e puttane, questo gruppo di calciatori-signorotti imbecilli rischia di gettare l'ennesima ombra sul calcio italiano.
Ed il calcio non ne e' esente, se basta l'invito o l'intimidazione di qualcuno per alterare il risultato delle partite, dato che se da un lato c'e' il corruttore dall'altro c'e' il corrotto. Se da un lato c'e' il signorotto che esercita il proprio potere moggiano su calciatori in attivita', dall'altro ci sono gli stessi calciatori che soggiacendo all'influenza del potente o del denaro, si rendono corresponsabili della truffa. E lo fanno per pochi spiccioli, guadagni facili come andare a puttane; e forse non sanno che cosi' a puttane mandano la propria carriera, la propria squadra, un intero campionato e la credibilita' dello sport piu' famoso nel nostro Paese.
Un fenomeno che nasce dall'ingordigia di chi ha gia' tanto, e vuole ancora, alla spalle di coloro che il calcio in fondo lo pagano in prima persona, con gli abbonamenti televisivi e i biglietti allo stadio, le sciarpe e le magliette.
L'ennesima dimostrazione di quanto manchi nel nostro Paese il senso della disciplina civica, di quel comandamento che come un riflesso automatico sale dallo stomaco di chi viene assalito dalla tentazione e gli fa dire NO! Non lo faro' perche' e' una porcata, perche' ci sono delle pene severe, perche' sono una persona retta e corretta, perche' sono di esempio per i miei figli e vorro' esserlo per i figli dei miei figli.
- - -
Grandi titolisti e giornalisti attratti da nomi sempre piu' altisonanti per vendere piu' copie, a dispetto della dignita' di chi ingiustamente viene tirato in ballo, e che viene costretto a salti mortali per recuperare al proprio nome la reputazione rubata.
E vanno oltre, inseguendo come avvoltoi l'attimo in cui spunta il nome di una grande squadra, per poter impaginare un titolo a nove colonne che venda sempre piu' copie, che attiri sempre piu' clic. O che si possa dare in pasto al lettore beota che altro non aspettava per poter cantare al bar sport: Via quello scudetto!
Questo modo di affrontare la vicenda da parte di tali organi non solo travalica i confini giuridici ma opacizza la visione del pubblico, come un petardo lanciato allo stadio; e prima che il vento spazzi via la foschia, le responsabilita' saranno state dirottate dove piu' fa comodo. Ed allora dei miseri signorotti del calcio non se ne ricordera' piu' nessuno.
.
0 commenti:
Posta un commento