Hanno vinto tutte, con i soliti corollari polemici che accompagnano l'eterna Inter, la ricerca ossessiva del gol di Delpierino, la ripresina della Roma, la conferma della Lazio e l'orgoglio mai domo del carnevalesco Milan.
Mi pare evidente che la depressione atmosferica dello spogliatoio dei campioni in carica, emersa senza veli nel corso delle ultime giornate di campionato, stia funzionando da catalizzatore per le altre grandi, più delle tattiche, dei rombi, delle formazioni. Le risorse per sfondare ce le hanno tutte; resta da vedere se l'Inter a trazione ridotta vorrà investirsi per conquistare il quinto titolo consecutivo sul campo, o per arrivare in fondo nella competizione che più di ogni altra conta e paga.
Non posso chiudere il post odierno senza spendere due parole sui fatti di Genova di martedi scorso. Vedere una partita di calcio ostaggio di un gruppo di antipatici ciccioni che taglia reti, sfonda barriere e lancia petardi susciterebbe ovunque un moto di sdegno e ribellione. I cronisti Rai sono arrivati a fare di più, mostrandosi non all'altezza della situazione, sottolineando improbabili azioni di forza da parte delle autorità, ed aggiungendo un inutile senso di ironia alla vicenda cui assisteva basita mezza Italia. A volte si viene pagati per la propria indecenza.
Quei ciccioni figli di mammà sono in realtà gli eredi delle tigri di Arkan, gruppo armato ultra-nazionalista di matrice ribelle e guerrafondaia, formato dagli ultras serbi del Partizan e della Stella Rossa di Belgrado; essi stessi forse non lo sanno, ma il gene dell'odio ascritta a quel terribile gruppo terroristico-politico è riconosciuta ora tra le concause della dissoluzione della Jugoslavia e porta la responsabilità diretta ed indiretta di decine di migliaia di morti, di centinaia di massacri e di fosse comuni. Abbastanza, perché il buon senso mi impedisca di scherzarci su.
Per saperne di più, ascolta la recente puntata di Giro di Boa, andata in onda su Radio Alma 101.9FM e con ospite il giornalista della Gazzetta dello Sport Riccardo Pratesi.
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