E' finita come peggio non si poteva, ultimi nel girone piu' facile, eliminati senza appello e con infinita pena degli astanti.
Mezzo mondo internettiano ha gia' trovato il colpevole nella figura del nostro ex-commissario tecnico. A mio modo di vedere e' sensato, ma solo in parte. In fondo nessuno ci dira' mai se con Balotelli e Cassano le cose sarebbero andate meglio. Semplicemente, non lo sapremo mai.
La realta' e' un'altra, quella che nessuno scrivera' sui soliti giornaletti perche' miopizzati da un intorno di costume e stile di vita che tutto mistifica e tutto degrada allo stesso tempo. La realta' e' quella di un Paese che, come forse pochi al mondo, non gode piu' della forza di traino dei propri giovani, cosi' facilmente appiattiti alla samba del successo edonistico, cosi' difficilmente proni al gregariato della conquista corale.
L'Italia dei Lippi non differisce molto da quella dei Prandelli o dei Donadoni. Non illudiamoci caro Massimo Mauro (La Repubblica) e caro Alessandro Vocalelli (Corriere dello Sport). Non illudiamoci inoltre che cambiare il generale Abete possa servire a qualcosa, come auspica Fabrizio Bocca, se non a dare una pur giusta ventata di novita'. Non illudiamoci neppure che ora bastera' rimboccarsi le maniche e ripartire con umilta', con buona pace del piu' cotto degli italiani in Sud Africa, alias Vittorio Zucconi (La Repubblica).
Ci prende solo Mario Sconcerti nel suo articolo sul Corriere della Sera, ma bisogna aspettare l'ultimo capoverso dopo un fiume di luoghi comuni. Il problema e' cosa stiamo diventando come Paese Italia e come italiani. E come ho gia' avuto modo di scrivere in passato, basta vedere quanti ce n'erano in squadra nell'Inter campione di tutto. Nessuno.
venerdì 25 giugno 2010
lunedì 21 giugno 2010
Mondiali 2010. Giocatori italiani (virtuosi) cercansi
Italia - Nuova Zelanda 1-1. Dovessero rigiocarla altre dieci volte, finirebbe purtroppo sempre in parita', se non di peggio.
Parliamoci chiaro. Siamo arrivati ai mondiali di calcio con una forma fisica da campionato di geriatria, senza neanche un briciolo di creativita', o di schema valido se non quello del "la butto avanti".
Altro che paragoni con il 1982. Per favore! Ci manca un Paolo Rossi in attacco, un Bruno Conti sulla fascia destra, un Marco Tardelli a centrocampo e soprattutto gli Scirea e i Cabrini, i Collovati e i Gentile.
Facile dare addosso a Mr. Lippi, ma non e' neanche colpa sua. Siamo realisti. Come gia' scritto in qualche sparuto post, non c'e' il minimo spessore umano nei 23 convocati, fatta forse qualche rara eccezione. La societa' dei consumi e dei costumi in Italia ha preso una piega cronica ed allo stesso tempo irreversibile come in nessun altro Paese del mondo.
Perche' sembra proprio che alla nostra generazione di giovani non si addica alcuno spirito di sacrificio, di edificazione in nome di un progetto futuro. Siamo un popolo di cicale, avvezze ad un malcostume che o fruttifica nell'immediato o non val la pena cimentarsi. Un popolo di babbei convinti che l'attesa pluriennale di un piano di studi serio, rigoroso, metodologicamente scientifico, sia cosa per pochi illuminati naifs, piuttosto che una norma di largo consumo.
E cosi' non ci si stupisce piu' di tanto se in Italia l'unica squadra senza italiani sia quella che da anni sbanca ovunque, ed ora anche in Europa.
Qualcuno si ostina a dire che e' vero il contrario, cioe' che la Nazionale non va perche' le grandi squadre non utilizzano italiani. Ma non c'e' filo logico in questa affermazione, in quanto non vi sarebbe motivo per cui la grandi non utilizzerebbero italiani, se non fosse che di questi italiani virtuosi, in realta', non si conosce traccia.
Parliamoci chiaro. Siamo arrivati ai mondiali di calcio con una forma fisica da campionato di geriatria, senza neanche un briciolo di creativita', o di schema valido se non quello del "la butto avanti".
Altro che paragoni con il 1982. Per favore! Ci manca un Paolo Rossi in attacco, un Bruno Conti sulla fascia destra, un Marco Tardelli a centrocampo e soprattutto gli Scirea e i Cabrini, i Collovati e i Gentile.
Facile dare addosso a Mr. Lippi, ma non e' neanche colpa sua. Siamo realisti. Come gia' scritto in qualche sparuto post, non c'e' il minimo spessore umano nei 23 convocati, fatta forse qualche rara eccezione. La societa' dei consumi e dei costumi in Italia ha preso una piega cronica ed allo stesso tempo irreversibile come in nessun altro Paese del mondo.
Perche' sembra proprio che alla nostra generazione di giovani non si addica alcuno spirito di sacrificio, di edificazione in nome di un progetto futuro. Siamo un popolo di cicale, avvezze ad un malcostume che o fruttifica nell'immediato o non val la pena cimentarsi. Un popolo di babbei convinti che l'attesa pluriennale di un piano di studi serio, rigoroso, metodologicamente scientifico, sia cosa per pochi illuminati naifs, piuttosto che una norma di largo consumo.
E cosi' non ci si stupisce piu' di tanto se in Italia l'unica squadra senza italiani sia quella che da anni sbanca ovunque, ed ora anche in Europa.
Qualcuno si ostina a dire che e' vero il contrario, cioe' che la Nazionale non va perche' le grandi squadre non utilizzano italiani. Ma non c'e' filo logico in questa affermazione, in quanto non vi sarebbe motivo per cui la grandi non utilizzerebbero italiani, se non fosse che di questi italiani virtuosi, in realta', non si conosce traccia.
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