Una devastante Inter, una piccola Roma, un trasparente Milan. Tutto per lasciare le cose come stanno, tre vittorie, tre punti a testa, una giornata in meno alla fine dei giochi.
In apparenza un turno favorevole alla capolista, ma e' pur vero che l'Inter aveva l'avversario piu' agevole, almeno sulla carta.
Dico sulla carta, o sulla casta, perche' il team di Mou e' arrivato alla trentaduesima giornata di campionato, incastrata tra l'andata ed il ritorno dei quarti di Champions, con quattro clamorose assenze per casta-squalifiche: Lucio, Maicon, Zanetti e Eto'o. Ovvero i quattro elementi cardinali del suo gioco. Non chiacchiere.
Eppure l'Inter e' stata devastante lo stesso. Forse per il ritrovato Santon, o per il resuscitato Thiago Motta. Sicuramente per il rientro a bomba di Mario Balotelli. Il quale mi ha colpito per l'impennata di maturita' che ha esibito, sia dal punto di vista tecnico, sia da quello umano e professionale, dopo la super esclusione per motivi disciplinari. Ha subito i soliti cinque o sei falli ma non si e' animato di spirito vendicativo, ha smesso di cascare gratis, ha dato una mano concreta per tutti e novanta i minuti, e soprattutto ha sorriso al suo gol. Avete sentito bene, ha sorriso di gioia, e' corso ad abbracciare i compagni, cosa che non appartaneva al suo bagaglio culturale. Un sorriso che vale piu' di mille altre parole, cui ha fatto eco un altro importante sorriso, quello di Mourinho a fine gara. Ed allora, Chapeau campione, ma soprattutto Chapeau Mister Mou. Il ritrovamento del disperso figliol Mario e' esclusivamente opera tua.
La Roma ha espugnato il tostissimo campo di Bari. Ne sanno qualcosa Juventus e Inter, che in due hanno raccolto un punto. Ma non mi e' sembrata una grandissima prestazione quella dei capitolini. Al contrario. Sentendo Ranieri affermare che non c'e' alcuna flessione, mi pare di cogliere un certo timore che questa flessione in fondo ci sia. D'altra parte anche la Roma e' fatta di gambe umane, e non si trattano di quelle del Manchester.
Da parte sua la Roma ha una spinta psicologica pazzesca, e spesso questo conta piu' di tanti teoremi, tabelle ed appunti di bordo campo. L'adrenalina di cui parla il tecnico del Testaccio e' cosa vera, la sente lo spogliatoio, la sente la citta'. Non la sente forse l'Inter, non in campionato almeno.
E forse di adrenalina non e' fatto neanche il finale di campionato di un Milan che non ha mai mostrato i mezzi per sfondare e conquistare la vetta della classifica, sebbene sia stato ad un passo dal farlo. Ho affermato piu' volte che Leonardo e' una persona estremamente gradevole da ascoltare a da lavorarci assieme, ma non e' riuscito a mostrare la stoffa per competere contro l'Inter di Mou.
In questo contesto, si colloca il mercoledi da leoni dell'Inter impegnata a Mosca, nel ritorno di Champions, ed il prossimo turno di campionato che vedra' i nerazzurri defaticarsi a Firenze.
Non credo di esagerare se dico che dai prossimi centottanta minuti dipendera' il destino di una squadra, di una tifoseria intera e del suo allenatore.
sabato 3 aprile 2010
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