Spirito uno e trino, all'Inter riesce il quarto colpo gobbo al campionato italiano. Quattro titoli, pardon, tituli, che gettano luce consecutiva e continuata su una squadra che finalmente ha abbandonato lo spendi-e-spandi di un decennio fa, convertendosi ad una ferrea disciplina di mercato.
Sin dai primi anni duemila, Moratti occhiolungo aveva messo su una squadra di uomini tosti e caparbi (per questo pescati fuori dai confini italiani), quelli stessi che ad ogni maggio sono celebrati in Piazza Duomo fino a notte fonda. Julio Cesar, Cordoba, Samuel, Burdisso, Cambiasso, Zanetti, Stankovic, Figo, Adriano, Cruz e Crespo c'erano prima di calciopoli. Cosi' come un certo Roberto Mancini, giovane tessitore di bel gioco.
Ibra e' arrivato dopo, quando il gruppo era formato, la difesa cominciava a edificare il muro, il centrocampo a masticare calcio e l'attacco a far gol con una regolarita' maniacale. L'arrivo del fuoriclasse svedese ha permesso al reparto offensivo di dare del tu alla palla, ma non puo' giustificare quattro scudetti dopo un digiuno durato diciassette anni. Non riuscirei mai a spiegarlo ad un bambino, dunque non puo' essere.
Il fulcro vincente di questa Inter e' proprio il suo presidente. Nella domenica in cui mezzo mondo gli si prostra ai mocassini, lui gongola felice perche' sa di aver fatto bene. Sa di aver imparato a spendere e ad acquistare con senso della misura e con grande lungimiranza.
Ma gli onori della cronaca per lo scudetto numero diciassette vanno a dividersi con Jose Mourinho, l'uomo forte di Piazza Durini. Dotato di lingua biforcuta che ricorda - con ammaliante accento lisbonese - le freddure dell'avvocato Prisco, lo Special One si e' mostrato capace, anzi capacissimo, di prendere uno spogliatoio a pezzi e mettervi ordine.
Nei piani di Massimo Moratti, ritengo questo fosse il motivo principale ad averlo indotto a sborsare decine di milioni per assicurarsi il nuovo, pur mantenendo a libro paga il vecchio.
E cosi' la potenza una e trina della squadra, del presidente e del mister chiude la pratica scudetto con due giornate d'anticipo, lanciandosi un minuto dopo nel vivo del mercato. Ci sono vecchi titoli da difendere e nuovi da conquistare, di la' delle Alpi. Vedremo se oltre ai miracoli nella terra dei santi, la trinita' riuscira' nella crociata europea. L'impressione e' che si tratti davvero di un'impresa divina.
lunedì 18 maggio 2009
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9 commenti:
e la divertentissima prima pagina di tuttosport???
Caro anonimo,
ci avrei anche provato, ma il mio pc si rifiutava di aprirla. Devo aver messo un filtro anti-spam, leggi anti-monnezza!
Cordialmente,
RJ
Sono l'anonimo di prima :)
non ho capito chi è il paperetti, però.
mi piace quello che scrivi... e non solo perchè sono interista. Quest'anno i miei amici di altre fedi (indovina quali) mi hanno massacrato quasi fino a farmi perdere il godimento per il nostro campionato... mah...
Molto condivisibile la gerarchia dei meriti per questo scudetto.
Cero, l'Ibradipendenza è un po' una contraddizione in termini per un egocentrico come Mou...
Rudi
In realtà mi riferivo a tutti i punti che secondo loro avremmo rubato... gol di mano, gol in fuorigioco ecc ecc...
Caro Luigi,
Paperin de Paperetti, nella Paperopoli delle testate sportive, rappresenta il direttore di quella peggiore... Non farmi essere piu' esplicito, ci tengo al blog ;-)
RJ
Condivido quello che dice Rudi. Mou se la gioca con o contro Ibra, ma sta di fatto che a Ibra non piacciono i deboli di spirito (vedi Mancio).
RJ
p.s. Posso domandarvi come siete caduti sul mio blog?
c'era il tuo blog linkato nei commenti della gazza un pò di settimane fa.
A me l'atteggiamento di Ibra non piace proprio. non mi piaceva ai tempi, non mi piace ora... però gioca a calcio, quindi va bene.
Io non mi sono ancora abituato ad un inter vincente, tutto il bisogno di vincere in europa io non ce lo vedo, gli scudetti per me già sono grasso che cola. sarò strano?
Luigi, goditi questi anni, la Champions e' un terno al lotto e non ci sono formule magiche per vincerla.
Le formule valgono invece per il campionato.
La tua Inter deve ancora rifarsi di quindici anni di soprusi e credo la storia mostri come Moratti la stia facendo pagare a tutti. Ricordo la rabbia della squadra due-tre anni fa, quando ne vinceva 17 di seguito. Quell'Inter schiumava veleno e schiantava chiunque capitasse a tiro, tanto che ritengo un bene per la Juventus non aver partecipato a quel torneo.
La rabbia continuera' ancora a lungo in Italia; ed ho il sospetto che l'Inter potra' dirsi soddisfatta solo con l'arrivo della seconda stella.
Ergo, goditi questi anni felici...
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