Per dare un senso alle 20 squadre di A (38 giornate), alle 8 che giocano in Europa (si spera fino a maggio), alle due nazionali che giocano a biliardino, ai trilioni che girano intorno alle TV, alle testate sportive - che pur prendono catamarani di denaro pubblico, ed ai poveri di spirito che - come me - cercano di capire perche' non si furono venduti al rugby da ragazzini, e' stato inventato il turno infrasettimanale di campionato.
Poco male per un nostalgico ciottiano come me, che ancora reclama il ricordo delle sacrosante tre della domenica pomeriggio, quando, tra l'aroma di caffe' ed un lucano ad ammazzarlo, si susseguivano le voci cordiali e rassicuranti dei Bortoluzzi e degli Ameri a descrivere tutte le partite, simultaneamente.
Che parolone, ragazzi! Non credo di averlo mai pronunciato prima. Solo dopo l'introduzione dello spezzatino al ragu' fra anticipi, posticipi, posticipi del giorno dopo e rinvii per sopravvenuti impegni del vice-allenatore mi devo essere accorto di quanto fossero simultanee le emozioni di un tempo. E non lo sapevo.
Siamo alla quarta di campionato. Fra tre giorni il calendario propone la prima supersfida, quella tra Inter e Milan, e si inizia a far sul serio. Per una volta, gli amministratori di questa caffettiera sportiva qual'e' la serie A han fatto una cosa sensata (copiandola agli inglesi, per carita'): da quest'anno non c'e' bisogno di attendere i festeggiamenti di Sant'Ambrogio per poter vedere qualche partita di alto livello, prima di mandare poi i sacri muscoli di Ibrahimovic e Ronaldinho a farsi la settimana bianca, e addio ritmo!
Il bilancio dopo le prime quattro giornate consiste in un minuscolo punto di vantaggio dell'Inter su Lazio e Udinese. Roba da ridere, come da ridere e' l'uscita ultima di Cobolli-Gigli, presidente della Juventus, quinta in classifica, che gia' ha annunciato di tifare Milan nell'incontro di domenica sera: non c'e' proprio posto per la dignita' sportiva, ne' per la carica che si ha l'onore di rivestire.
Caro Cobolli-Gigli, il campionato e' appena iniziato; un punto in piu' o in meno vuol dire davvero poco. Lei non ignora che i rapporti di forza tra le squadre evolvono, si trasformano con il passare delle giornate. Di qui a un mese la sua Juventus potrebbe essere a cinque punti sull'Inter e in parita' con i rossoneri. Cosa direbbe a se stesso allora?
E se gia' adesso incita all'anti-tifo (altra pratica sportiva pessima e di pessimo esempio per la tifoseria), cosa farebbe se questa situazione si presentasse alla fine del campionato? Alla sua squadra non sono mancate le tecniche di persuasione, come lei ben sa.
Benche' i giornali sostengano - per scontate ragioni di ritorno economico - il vincitore della giornata (Mourinho), a questi pare davvero non interessare ne' la vittoria casalinga su un tenacissimo Lecce, ne' il primato in classifica. Che come detto e' davvero inconsistente. L'impressione e' che il tecnico portoghese guardi molto piu' in avanti, rispetto al caos quotidiano, alle vittorie di misura, alla posizione in classifica, alle cobollo-gigliate del giorno. Dopotutto non e' un punto a lanciare una squadra in fuga. E quand'anche di fuga si tratti, vedi Inter manciniana, persino 9 punti possono non bastare.
Se l'Inter appare in forma quasi perfetta, con calciatori che corrono e la mettono dentro di destro, di sinistro, di trivela o di autorete, la Juventus sembra addirittura superiore. La veemenza di gioco che e' capace di esprimere in campo la squadra di Ranieri e' paragonabile solo a quella espressa dall'Inter due anni fa. Li' c'era la rabbia dai soprusi sportivi vissuti negli ultimi anni; qui c'e' il riscatto da una serie B che i giocatori non hanno mai tollerato. Questo e' il maggior valore che la squadra possiede. Mentre i giornali e le TV si affannano ad accusarla, la Juve resta il primo contendente alla corsa scudetto.
E mentre il Milan e' in grande recupero di risultati e di gioco, dopo la convincente prestazione di ieri a Reggio Calabria, la Roma ci tiene ad ufficializzare la sua crisi con il mondo del calcio. Al di la' del risultato, piu' o meno veritiero, e delle dubbie decisioni arbitrali, resta un esempio di cattiva condotta di mercato. Una squadra che non si rafforza sulle fasce, ne' programma un'alternativa ai centrali d'attacco, e' una squadra condannata in partenza, come se partisse con un severo handicap.
Buon calcio a tutti.
I giornali
giovedì 25 settembre 2008
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