Tutte queste emozioni non m'e' riuscito di viverle in diretta. Ahime', avevo organizzato un weekend nel nord della Francia senza aver accesso alle tecnologie di punta della Tim e della Tre per vedere le partite sul benedetto telefono cellulare. In tali casi, poiche' la TV di stato (la s minuscola ad indicare atteggiamento statico nel tempo) non usa proporre repliche l'indomani, che non siano condite da cronache rosa, cosce fuori misura o ragazzate alla Beckham (vedrete), ci si deve accontentare di molto meno. O molto piu'.
YouTube offre tutti i gol quando volete, di qualunque giornata e partita, sempre. Cosi' all'indomani della scarrozzata normanno-bretone sotto il ritrovato sole nordico, nulla mi ha impedito di godere delle prodezze degli Ibra, dei Dinho e dei Gila, come fossi stato un bimbo emozionato davanti all'ultimo episodio di Atlas Ufo Robot.
La stramberia del mese, e se volete l'ennesima emozione, mi capita ascoltando - tra le pieghe del motore di ricerca dei provetti registi - il salamelecco del piu' longevo tra i cafoni televisivi, quel Maurizio Mosca sedicente esperto di pallone, allenatore emerito del settanta percento delle squadre di serie A, ma in realta' emerito idiota del panorama televisivo italiano.
A momenti mi si versava del saporito coeur de Neuchatel sulla marmellata di fagioli che stavo preparando, a causa del moto di avversione scatenato dal sistema autoimmunitario, allorche' il Mosca compie - nei confronti del Mourinho e dell'Inter - una retromarcia storica in diretta YouTube che neanche al miglior presidente del Consiglio e' mai riuscita.
Come un navigato lacche' di corte, si spende in attestazioni verbali che testimoniano di colpo affinita' elettiva al (carro del) vincitore, quel Mourinho che da poco aveva steso la Roma, la settima di campionato e tutti i babbei come lui.
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